I bambini stranieri nelle scuole materne.
Questo intervento è un contributo da parte di un gruppo di educatrici che, impegnate quotidianamente nei Servizi Educativi milanesi, si trovano ad avvertire in anticipo i cambiamenti in atto.
La situazione nelle scuole materne, pubbliche e private a Milano, così come evidenzia l'anagrafe scolastica, è la seguente:
294 scuole in tutto di cui 169 comunali, e 22 statali distribuite nelle nove Zone di Decentramento.
I bambini stranieri nelle scuole materne hanno rappresentato nel 2002/2003 il 17,5 % dell’universo dei bambini iscritti. Questo è un valore medio: infatti ci sono scuole dove sono anche oltre il 30%.
Alunni di scuola materna (Pubblica e Privata) con cittadinanza straniera secondo la zona - Anno scolastico 2002- 2003 Fonte: Comune di Milano-Settore Statistica
Zone |
Unione Europea |
Europa Orientale e Altri Paesi d’Europa |
Africa |
America del Nord |
America Centrale del Sud |
Asia Minore e Asia |
Altro |
TOTALE |
1 |
27 |
5 |
22 |
1 |
19 |
122 |
0 |
196 |
2 |
4 |
21 |
100 |
0 |
88 |
227 |
0 |
440 |
3 |
8 |
17 |
67 |
0 |
58 |
157 |
0 |
307 |
4 |
12 |
16 |
164 |
0 |
61 |
173 |
1 |
427 |
5 |
4 |
12 |
140 |
1 |
30 |
104 |
0 |
255 |
6 |
3 |
24 |
128 |
0 |
44 |
138 |
0 |
337 |
7 |
35 |
18 |
145 |
3 |
38 |
139 |
0 |
378 |
8 |
6 |
30 |
104 |
0 |
61 |
154 |
1 |
356 |
9 |
5 |
28 |
121 |
0 |
58 |
170 |
0 |
382 |
Totale alunni |
3.078 |
|||||||
Iscritti alla scuola materna e natura giuridica delle scuole |
||||||||
pubblica |
47 |
147 |
933 |
3 |
417 |
1.263 |
2 |
2.812 |
privata |
57 |
24 |
22 |
2 |
40 |
121 |
0 |
266 |
Totale alunni |
3.078 |
Da questi dati balza evidente come i bambini stranieri siano per la stragrande maggioranza nella scuola pubblica.
L'ACCOGLIENZA
La maggior parte di bambini stranieri accolti nei servizi all'infanzia, è rappresentata dai bambini nati in Italia da genitori stranieri: bambini stranieri di seconda generazione.
Il riferimento all'indicazione "seconda generazione" è dato dalla Raccomandazione del Consiglio d'Europa del 1984, nella quale “si considerano migranti della seconda generazione i figli di immigrati:
- nati nel paese in cui sono emigrati i genitori;
- emigrati insieme ai genitori;
- bambini che hanno raggiunto i genitori a seguito del ricongiungimento familiare o comunque in un periodo successivo a quello di emigrazione di uno o di entrambi i genitori.”
La seconda generazione è considerata la generazione di coloro che vivono la prima e più importante parte del processo di crescita e di apprendimento a cavallo di due mondi, quello della famiglia e quello della società che li accoglie, mondi che si distinguono per valori, tradizioni, pratiche di vita, religione, lingua.
Sul benessere di questi bambini incide molto il grado di ospitalità proprio dell'ambiente di inserimento. E’ noto che i bambini valorizzano la loro appartenenza quando questa viene riconosciuta, non limitata, non sminuita.
Ecco allora l’importanza per il bambino straniero di una positiva esperienza scolastica.
Va pertanto riconosciuto ai Servizi all'Infanzia l’importante compito svolto di formazione e di socializzazione negli ultimi anni.
La Scuola materna è il luogo in cui:
· la ricchezza educativa interculturale si attiva con semplicità e immediatezza,
· facilita l'integrazione naturale e spontanea fra bambini,
· favorisce l'integrazione fra i genitori che trovano un ambiente disponibile all’ ascolto.
E proprio per questa sua caratteristica potrebbe essere utilizzato come primo e permanente luogo di monitoraggio.
La partecipazione dei genitori stranieri, più problematica che per altri, va incoraggiata e sostenuta.
Ad esempio l’approccio molto burocratico delle iscrizioni, solo tramite il sistema del “call center” non è stato certo un’esperienza positiva !
L'articolo 31 della Convenzione sui diritti dell'infanzia ricorda a tutti noi che ai bambini va riconosciuto il diritto al riposo, al tempo libero, al gioco, alle attività ricreative proprie della sua età, e a partecipare alla vita culturale e artistica in condizioni di uguaglianza.
A Milano questo non avviene sempre per tutti i bambini.Infatti sono sempre più frequenti i casi di bambini che trascorrono l'intera giornata nei luoghi di lavoro dei genitori o peggio, non avendo un domicilio, (è il caso delle famiglie nomadi), lasciati letteralmente sulla strada.
In particolare nei servizi educativi comunali, a differenza che nelle scuole statali,non è ancora riconosciuto ai bambini stranieri senza permesso di soggiorno questo diritto e chi non è regolarizzato non può frequentare, in aperta contraddizione con quanto previsto dall’ articolo 33 della Costituzione che per l’accesso all’istruzione non ammette distinzioni fondamentali sulla cittadinanza degli studenti e da quanto stabilito dalla Convenzione di New York recepita dallo Stato italiano con legge n°176/199.
Il lavoro svolto nella Scuola dell'Infanzia può costituire un valido investimento rispetto alla prevenzione del disagio nell'infanzia e nell'adolescenza; una scuola non ospitale o semplicemente non preparata ad accogliere bambini stranieri, può causare allontanamento e abbandono, creare spazi di marginalità ed esclusione sociale.
E' motivo di benessere per tutti, anche per noi, occuparci con attenzione delle tematiche legate all'immigrazione; il cambiamento che le persone immigrate portano nella nostra società, può diventare occasione di crescita collettiva civile ed umana.
Parlare dell'identità dei bambini immigrati, significa mettere al centro il tema della loro collocazione tra i due mondi che rappresentano: quello di origine e quello di accoglienza.
LE FAMIGLIE MISTE
Non necessariamente il mondo d'origine coincide con quello di provenienza.
Infatti, accanto ai bambini stranieri, nati in Italia o immigrati, sono sempre più numerosi i bambini di coppie miste, intese come coppie costituite da persone che appartengono a comunità, etnie, razze diverse, in cui uno dei due genitori è stato coinvolto in un’esperienza migratoria.
Quando si incontrano due culture, convivono generalmente differenti concezioni
Il bambino ha a che fare così con due realtà diverse.
E per quanto riguarda le scelte educative nei confronti dei propri bambini,vi sono atteggiamenti diversi:
· genitori che oscillano tra scelte ambivalenti e conflittuali,
· genitori che tendono all’assimilazione e fanno scomparire ogni traccia di memoria e di appartenenza alla cultura d'origine,
· genitori che cercano, attraverso spazi e decisioni quotidiane, di costruire, per i loro figli, legami con entrambi i mondi.
Una scelta educativa piuttosto che un’altra sta a significare da parte dei genitori una maggiore o minore valorizzazione della loro storia.
Il sostegno formativo
Su questi temi:
fino a pochi anni fa, quando ancora il fenomeno dell’immigrazione non aveva raggiunto l’entità di oggi e non aveva ancora acquistato l’attuale carattere di stabilità nel “sistema Milano”, esisteva una collaborazione - formazione - riflessione fra i Servizi Educativi all'Infanzia e le Agenzie cittadine pubbliche attive nel campo della multietnicità.
Si avverte oggi la necessità di avviare nuove politiche di accompagnamento formativo per gli operatori, nella comprensione del problema.
Il fenomeno della presenza di bambini stranieri in lenta, ma continua crescita cambia la fisionomia delle scuole, il carattere sempre più multiculturale e plurilingue richiede agli operatori un ampliamento delle competenze professionali: nuove conoscenze e maggiori approfondimenti, capacità di elaborare risposte efficaci per bisogni specifici, possibilità di attingere a informazioni ,documenti di studio e discussione, conoscenza della normativa vigente, l'analisi dei dati.
A questo riguardo diventa indispensabile:
Oggi la presenza di famiglie straniere con bambini è diffusa in tutta la città:l'emergenza demografica sta cambiando la fisionomia di alcune parti del territorio e dei quartieri milanesi: (es. via Padova, via Paolo Sarpi, …….. ); nelle scuole materne e negli asili nido è aumentato il numero delle presenze straniere di diverse etnie e nazionalità (191 i paesi di origine degli alunni stranieri in Italia) come precedentemente già affermato; la densità di bambini stranieri in alcune sezioni è arrivata a picchi del 50%;è in crescita la presenza di utenti piccolissimi negli asili nido e la relazione di prima separazione spesso non è accompagnata da alcun mediatore.
La complessità etnica pertanto sta cambiando le caratteristiche delle scuole milanesi, e per meglio capire il cambiamento, la scuola deve immergersi nella quotidianità della vita delle persone.
Nelle scuole dell'infanzia e negli asili nido, i gesti semplici di conoscenza reciproca e di riconoscimento quotidiano, la fatica ed il piacere delle relazioni tra le persone, stanno indubbiamente tracciando la direzione per un cammino verso l’integrazione e pertanto le diverse identità vanno raccolte e rielaborate con azioni volte a valorizzare tale patrimonio.
Chi opera quotidianamente in queste realtà è proprio convinto che è nella "cura delle relazioni" che si costruisce la convivenza: la buona accoglienza dei bambini stranieri è l’investimento di oggi per la pace di domani.
Milano, 17 novembre 2004