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Home Page  •  Rete Civica di Milano  •  Palazzo dello Sport  •  Message
 
  Wednesday 2 November 2005 23:24:58  
From:
Fiorello Cortiana   Fiorello Cortiana
 
Subject:

le Olimpiadi di Pescante

 
To:
Verdi Milano   Verdi Milano
 
Cc:
Palazzo dello Sport   Palazzo dello Sport
 
Il Governo su iniziativa del Sottosegretario allo sport Pescante ha espresso l'intenzione di sospendere la con un decreto, che duri almeno quanto le Olimpiadi invernali, la penalizzazione dell'atleta assuntore di sostanze dopanti. Nonostante la contrarietà del Parlamento è presumibile che il Governo tornerà alla carica quando Rogge, gran capo del CIO ( il Comitato Olimpico Internazionale) verrà direttamente in visita a Berlusconi  per rinnovare la richiesta. Su questa vicenda, su questa legge che abbiamo voluto noi ed è stata votata all'unanimità, è bene sgombrare il campo da assunti tanto infondati quanto equivoci. L'atleta che si sottopone a pratiche dopanti non è assimilabile ad un alcolista o ad un tossicodipendente: non è dalle sostanze che esso dipende ma
dalle necessita' di prestazioni spettacolari serializzate ad uso dei network televisivi, degli sponsor e degli inserzionisti è questo sistema che rende necessario il doping come additivo. Occorre evitare di presentare campioni dal ricco conto in banca come vittime, deboli ed ingnare, di questo sistema quando proprio il campione di sci Miller, dal ricco conto, ha rivendicato la pratica dopante.  Il risultato spettacolare e la logica prestazionale  verrebbero così prima del diritto alla salute e della lealta' nelle competizioni sportive.
Rischiamo cosi' di avere, piu' che delle Olimpiadi, uno sport serializzato senza alcuna regola, una sorta di ''Rollerball'', come esempio per milioni di giovani e amatori. La legge non è un'icona né un tabù intoccabile, tantomeno ha a che fare con le logiche proibizioniste della Bossi-Fini ma, senza una modifica complessiva che consenta le indagini sul sistema del doping e sulle sue figure/funzioni, limitarsi oggi a depenalizzare l'atleta significherebbe svuotare la legge di ogni efficacia nel contrastare il fenomeno 'doping'. Non solo non si avrebbero a disposizione  importanti strumenti di indagine, ma cambierebbe pure l'autorita' di  riferimento, non piu' il giudice penale, rendendo i processi  interminabili e le sanzioni assolutamente piu' blande. Se questa è l'intenzione del Governo, sarebbe un vero e proprio attentato alla salute di centinaia di atleti, nonche' il favoreggiamento a un circuito
che, dai produttori, ai distributori e ai somministratori di sostanze dopanti, ha come protagonista  la malavita organizzata
internazionale, cosa evidenziata dai rapporti della magistratura e dei NAS.
C'è poi un aspetto specifico che riguarda la pratica sportiva e motoria in sé, sia fatta individualmente che collettivamente.

L'uso di sostanza dopanti, delle scorciatoie per raggiungere il risultato/scopo con ogni mezzo, costituisce innanzitutto un inganno verso sé stessi. L'illusione di una scorciatoia, per raggiungere un risultato, è un inganno nei confronti della nostra volontà che risulterà svuotata di ogni effettiva capacità e anche nella relazione corpo-mente e nella relazione sociale con l'altro da sé sia compagno che avversario. Ma il doping è anche un inganno verso il nostro corpo, che pagherà, i prezzi delle prestazioni in modo dilazionato, nello spazio e nel tempo, e li farà pagare anche a chi, come i figli, non ha mai scelto la pratica dopante. Per cui risulta ipocrita e non solo falsa l'idea che "l'importante è sapersi gestire la sostanza".
Infine, ma spesso è la parte indispensabile delle nostre relazioni sportive, il doping è un inganno verso i nostri competitori, verso le regole comunemente condivise, che consentono la pratica sportiva.
Ho avuto due incidenti gravi nella mia pratica sportiva/motoria, ho investito tanto tempo e tante energie per recuperare, ciò è stato possibile grazie allo sviluppo della relazione consapevole tra la mia mente ed il mio corpo, tra me, i medici, i fisiatri, i tecnici, anche questo è stato un risultato utile per me come persona. Ricordo queste esperienze non tanto in riferimento al mio universo personale, quanto per ricordarmi come da fuori ho potuto apprezzare e considerare l'importanza e la bellezza del gesto e della relazione nella pratica sportiva. La consapevolezza del singolo movimento, del passo, del colpo di pedale, dentro un percorso. La consapevolezza di tutto questo in un gioco di squadra, l'importanza e la necessità degli avversari per praticare il gioco. Pensiamoci: senza un attaccante avversario quali tiri parerebbe un portiere? Senza un oizuki, cosa potrebbe parare e chi e dove contrattaccare un karateka?
Fare attività sportiva e motoria in modo pulito non significa solo imparare a stare onestamente i società, costituisce in sé una parte della nostra vita, del nostro essere società, del nostro crescere, dell'accompagnare il nostro corpo lungo le sue stagioni, attraverso le stagioni che si succedono.Il mondo doping vuole un corpo-macchina un propulsore nel quale immettere il propoellennte più opportuno fuori da ogni consapevolezza.v

Il doping fa male fisicamente, eticamente, quindi esistenzialmente, è bene saperlo per rifiutarlo e per rifiutare quelle logiche pseudo-sportive che lo richiedono come additivo necessario per risultati prevedibili e replicabili nel tempo, che rispondono forse ad altre crescite, sicuramente non a quella personale.
                                   Sen. Fiorello Cortiana verdi-l'unione



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