Info Visita RCM Registrati Aiuto Eventi@MI Cerca Novità Home Page di RCM Logo di RCM Logo associazioni.millano.it
Up One Level  Up One Level
New Message  New Message
Reply  Reply
Forward  Forward
Previous in Thread  Previous in Thread
Previous Unread  Previous Unread
Next in Thread  Next in Thread
Next Unread  Next Unread
Help  Help
FAQ  FAQ
  Message  

Message 

Postmark
   
Home Page  •  Rete Civica di Milano  •  Rete Cittadini Milano - home  •  Alessandro Rizzo LD  •  Message
 
  Sunday 6 March 2005 12:52:58  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

LAVORI PRECARI? SECONDO MARONI NON ESISTONO

 
To:
Alessandro Rizzo LD   Alessandro Rizzo LD
 
Care e cari tutti,
  alla questione sottoposta alle lettrici e ai lettori nel sito nazionale del Partito dei Comunisti Italiani su cosa fosse il proprio pensiero circa le affermazioni incredibili e irresponsabili del l'attuale ministro del Lavoro Roberto Maroni, in cui il medesimo considera inesistente il lavoro precario, dato che tutto è contrattato ed a norma di legge, ho risposto come segue. Pongo questo all'ordine del giorno della discussione in quanto credo che sia doveroso che la Regione Lombardia debba provvedere a rendere contrattualizzabile e regolamentare tutti gli aspetti giuridici e sociali dei lavori precari e atipici, parasubordinati, definiti così dal ministero e dagli istituti della previdenza sociale, tramite la regola dell'assunzione a tempo indeterminato presso i vari uffici pubblici e presso le diverse aziende a partecipazione dei parasubordinati atipici a contratti di lavoro a progetto o sotto forme dal contenuto altamente precario.

Un fraterno saluto
Alessandro Rizzo
Candidato alle elezioni Regionali Lombardia - Lista Comunsiti Italiani




L'affermazione del ministro Maroni denota la totale mancanza e assenza di consapevolezza della grave crisi produttiva, industriale e lavorativa da parte dell'attuale governo e, di conseguenza, dell'attuale stesso ministro del welfare. La crisi della produzione è all'ordine del giorno e il governo non gestisce le risorse economiche garantendo giusti interventi economici che possano promuovere una formazione permanente e di contenuto qualificante per il lavoratore. Premetto questo in quanto considero questo dato come correlato pericoloso e aggravante della precarietà ormai contrattualizzata e legalizzata istituzionalmente, grazie a un intervento legislativo, quale quello della disumana e ignobile legge 30, che rende non solo incerto il futuro del lavoratore autonomo, ma determina un vero e proprio sconvolgimento del principio del "favor debolis", ossia del principio giuslavoristico secondo cui la normativa contrattuale e quella quadro a livello nazionale devono favorire nella contrattazione, fase di regolamentazione dei diritti e degli obblighi reciproci, tra dipendente e datore di lavoro il lavoratore medesimo, in quanto si presume essere la parte più debole nel rapporto e, quindi, più ricattabile. Questo principio è di fatto annientato con la nuova legislazione in quanto il sindacato non ha più quella forza collettiva di aggregazione rappresentativa dei diritti dei lavoratori, data la parcellizzazione ulteriore e ultronea dei rapporti di lavoro che vengono configurati come "atipici". Lo spezzettamento è, in secondo luogo, deteriorato dall'eliminazione delle regole limitanti e controllanti la cessione di rami d'azienda e d'attività produttive. La forza politica rivendicativa del sindacato confederale è, in terzo luogo, elisa da una legislazione che immette il sindacato in una funzione corporativa, ossia come mero sportello di servizio nella funzione di collocamento della forza lavoro all'interno dell'istituzione dei cosiddetti enti bilaterali privati, non più pubblici. In ultimo la questione più grave che deriva dalla presente legge è l'istituzionalizzazione di una forma classica di sfruttamento neoschiavistico, ossia la legittimazione a instaurare forme di capolarato legale, ossia di cessione in affitto di manodopera da un'azienda prestatrice di servizi a un'azienda di stampo multinazionale o di altra natura. Credo che questi dati di fatto, che considerano il lavoratore autonomo come una reale merce, un prodotto utilizzabile ai fini imprenditoriali di servizio istantaneo, un macchinario da utilizzare per interessi di breve periodo e da gettare alle ortiche nel momento in cui non vi è più utilità riscontrata da parte dell'azienda, a livello di mero profitto immediato, diano risposte di assoluta critica e di assoluta smentita nei riguardi delle dichiarazioni avventate e irresponsabili dell'attuale ministro del lavoro. Proprio per questo dobbiamo, come Partito dei Comunisti Italiani, come partito per il lavoro, costruire una rappresentanza politica unitaria a livello istituzionale delle istanze sociali dei lavoratori, di concerto con le rivendicazioni sindacali, che devono rimanere nel proprio ruolo di promotori delle politiche di rivendicazione salariale e del miglioramento delle condizioni, oggi pessime, dei lavoratori autonomi, dei cosidetti nuovi lavoratori, propagandati in modo indegno dall'attuale maggioranza come "imprenditori di se stessi", di fatto appartenenti alla categoria dei nuovi schiavi della fase capitalistica imperialista. L'articolo 3 della nostra Costituzione è conseguente all'articolo 1 che prevede il lavoratore come cittadino soggetto assoluto di diritti, il quale, proprio perché concorrente alla determinazione del progresso sociale e civile, è l'epicentro di una legislazione ordinamentale che garantisca al medesimo dignità personale e l'attuazione e l'applicazione di tutti quei diritti formali, che a esso vengono riconosciuti sulla "carta". Proprio per questo dobbiamo chiedere l'abrogazione totale di tale ignominiosa legge e di creare una legislazione che amplifichi quelle tutele che sono state recepite dallo Statuto dei Lavoratori, conquista storica di anni di lotte operaistiche del movimento dei lavoratori condotto in Italia dalle forze progressiste, sociali, comuniste e democratiche.
Alessandro Rizzo, coordinatore FGCI provinciale di Milano



Galateo - Privacy - Cookie