PESCI PICCOLI E GROSSI NUOTANO NELL'OIL FOR FOOD 5/2/05
fonte: www.lettera22.it
Note a margine del rapporto preliminare sullo scandalo reso noto giovedi scorso
Gianna Pontecorboli
Sabato 5 Febbraio 2005
New York - Un pesce piccolo, Benon Sevan. Ma allombra di un pesce molto piu grosso, lex segretario generale dellOnu, Boutros, Boutros Ghali. E con la compiacente distrazione dei cinque grandi paesi che avevano, ciascuno per le sue ragioni, molti buoni motivi per non vedere.
Quando, in una affollata e confusa conferenza stampa, lex capo della Fed Paul Volcker ha reso noto giovedi sera il suo rapporto preliminare sullo scandalo oil for food, e apparso subito chiaro che la caccia ai veri responsabili di un pasticcio da 64 miliardi di dollari e appena cominciata.
Nel giro di poche ore, Kofi Annan ha assicurato che lOnu usera la mano dura con i due funzionari segnalati nel rapporto, Benon Sevan e Joseph Stephanides, ex supervisore delle sanzioni allIrak.
Se i risultati dellinchiesta solleveranno delle accuse criminali, ha spiegato, le Nazioni Unite collaboreranno con le autorita nazionali e nellinteresse della giustizia cancellero limmunita diplomatica dei dipendenti interessati.
Per Sevan e Stephanides, insomma, non ci sara indulgenza. Il rapporto, daltra parte, non lascia certo spazio a dubbi sulla loro responsabilita. Quando cera da garantire ai Lloyds di Londra un contratto per il controllo delle forniture allIrak, per esempio, Stephanides fingeva di non vedere che cera sul tavolo anche unaltra offerta molto piu conveniente.
E per favorire lassegnazione di milioni di barili di petrolio alla African Middle East Petroleum, una piccola compagnia panamense con sede in Svizzera, Sevan non badava a sforzi, scriveva e partiva per Bagdad per parlare direttamente con il ministro iracheno del petrolio, Mohammad Rashid. Per i suoi servizi, che alla Amep rendevano piu di un milione, il funzionario di origine cipriota dellOnu si accontentava apparentemente di poco. Nel rapporto, la commissione Volcker si interroga soltanto su un pagamento di 160.000 dollari, giustificato come un dono fatto da una vecchia zia che viveva di una modesta pensione a Nicosia.
Il fatto inquietante, pero, e che la Amep apparteneva a Fakhry Abdelnour, cugino di Boutros Ghali. Sevan e Abdelnour, poi, avevano un comune caro amico, Fred Nadler, che dellex segretario generale e addirittura cognato. Quando cerano da discutere le forniture di petrolio alla compagnia ginevrina, improvvisamente i telefoni di Sevan, Abdelnour e Nadler si incendiavano in un frenetico giro di chiamate reciproche.
Stiamo continuando a investigare sulla natura e lo scopo di questi rapporti, ha avvertito Paul Volcker. Boutros Ghali, che aveva dovuto lasciare il suo posto dopo un duro braccio di ferro con lex segretaria di Stato americana Madeleine Albright e che e stato piu volte intervistato dalla commissione Volcker, non e sospettato di nulla. Forse non del tutto per caso, era stato pero lui a scegliere la Paribas di Parigi come banca depositaria dei soldi iracheni proprio quando, assai prima della creazione del programma oil for food, la Francia si batteva al consiglio di Sicurezza per farlo rieleggere.
Le manovre poco etiche di Benon Sevan, daltra parte, finiranno probabilmente per apparire poca cosa quando, tra alcuni mesi, Paul Volcker e i suoi due colleghi, il sudafricano Richard Goldstone e lo svizzero Mark Pieth, alzeranno il loro tiro e prenderanno in esame il comportamento del consiglio di Sicurezza. Si scoprira cosi che ad approfittare del petrolio iracheno, ancor prima della creazione dellOil for Food erano la Giordania e la Turchia, che contrabbandavano apertamente con lesplicita autorizzazione di due successivi presidenti americani. Per chiudere un occhio, gli altri grandi del consiglio chiedevano pero il loro prezzo. Cosi, a poco a poco, il contrabbando legale si era esteso allIran, al Bahrain, agli Emirati Arabi, allEgitto e alla fine perfino alla Siria. Francia e Cina, allinsegna dellaiuto umanitario, rafforzavano i loro legami
economici, la Gran Bretagna poteggeva gli interessi delle sue industrie, la Russia in cambio di petrolio, non si stancava di chiedere la fine delle sanzioni.
Dal rapporto, almeno fino a che sara chiarita la posizione di suo figlio Kojo, Kofi Annan e uscito per il momento pulito, come puliti sono usciti la maggior parte dei suoi collaboratori. Di sicuro, pero,nessuno puo ora permettersi di non prendere sul serio le richieste di riforma. A cominciare dallalto.
|
|