PAURA DI TANGENTOPOLI ALL'ONU 6/2/04
fonte: www.lettera22.it
Una lettera al personale di Kofi Annan creca di rassicurare un palazzo scosso dallo scandalo Oil for food
Maria Colombo
Domenica 6 Febbraio 2005
New York - Dopo il devastante rapporto di Paul Volcker, Kofi Annan corre ai ripari. La prima mossa del segretario generale non e stata indirizzata ne ai paesi membri dellorganizzazione internazionale ne allopinione pubblica mondiale. In una letterina di tre pagine inviata ai funzionari che ogni giorno varcano la porta del Palazzo di Vetro, infatti, Kofi ha fatto un contrito mea culpa. E contemporaneamente ha promesso che lo scandalo oil for food sara loccasione per avviare finalmente una serie di riforme che i dipendenti dellOnu chiedevano da tempo. Il rapporto dellex presidente della Fed, ormai e cosa nota, ha puntato seriamente il dito su due dei piu stretti collaboratori di Annan: il cipriota Benon Sevan, capo del programma oil for food e il greco Joseph Stephanides, responsabile delle sanzioni contro lIrak, accusati di aver ignorato ogni
norma di assegnazione dei contratti. Sevan, da parte sua, e sospettato di aver favorito una piccola compagnia petrolifera panamense legata a un parente di Boutros Boutros Ghali, lex segretario generale dellOnu, e di aver incassato un poco credibile regalo di 160.000 dollari da una vecchia zia pensionata. Nei loro confronti, nella sua lettera ai dipendenti, Kofi ha promesso di essere giustamente severo: contro di loro ci sara unazione disciplinare e, se sara il caso, lOnu prestera tutta la sua collaborazione alla giustizia.
Al vero centro della lettera, pero, vi e dellaltro. Il rapporto di Volcker, in un certo senso, ha toccato solo marginalmente Kofi Annan, anche se resta ancora da risolvere la questione del figlio Kojo, impiegato da una delle compagnie implicate nello scandalo, la svizzera Cotecna. Per reggere allassalto lanciato contro la sua persona dalla destra americana e per rispondere alle sommesse accuse del rapporto e di molti paesi membri - di aver ignorato, o almeno tollerato molte pecche nella gestione dellorganizzazione internazionale - pero, il segretario generale ha bisogno dellaiuto della sua vasta e multiforme burocrazia. Negli ultimi mesi, non e un mistero, i rapporti tra il trentottesimo piano del Palazzo di Vetro e i dipendenti sono stati invece tuttaltro che idilliaci. Lo staff dei collaboratori piu vicini e stato spesso criticato con durezza per aver affossato scandali e cercato di mettere a tacere con ogni mezzo
le critiche interne. A fine anno, in previsione della burrasca in arrivo, e saltata la prima testa: quella del capo dello staff pachistano Iqbal Riza, sostituito dallinglese Mark Malloch Brown, rispettato ex amministratore dellagenzia per lo sviluppo economico. Adesso, nella sua lettera al personale, Kofi ha promesso che altre salteranno. Gia in uscita, per esempio, sembra essere Elizabeth Lindenmayer, la diplomatica francese che era unombra costante dietro Annan. Mentre si attendono da un giorno allaltro le dimissioni di Kieran Priendergast, il gioviale olandese che serve da consigliere politico. Adotteremo una politica piu forte di accesso pubblico, ha promesso il diplomatico ghanese,e assicureremo la protezione dei whistleblower. Andrew Thomson, il medico neozelandese che rischiava il licenziamento per aver rivelato in un libro le pecche delle missioni di pace, e per la cui
difesa si era mosso lintero staff e uno dei maggiori uffici legali di Washington, puo insomma stare tranquillo. Per evitare abusi, ci sara un comitato che controllera i revisori e gli stati membri potranno chiedere le copie dei loro rapporti.
Insomma, una vera e propria rivoluzione interna. Anche se, ha assicurato Annan, il lavoro dei funzionari non e stato certo inutile. Spero che non si dimentichera che abbiamo salvato dalla fame 27 milioni di iracheni e diminuito la malnutrizione dei bambini del 50 per cento. E che non hanno fondamento le voci secondo cui siamo responsabili per 21 miliardi di guadagni illeciti da parte di Saddam.
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