LAPPELLO
Il Manifesto degli scrittori: sì a unaria più respirabile
dal Corriere - 25 marzo 2005
«Vogliamo una città con laria da bambino». È lappello contro lo smog lanciato da un gruppo di autori per ragazzi e illustratori milanesi (sopra, tavola di Paolo Rui, ed. Carthusia) , inviato allamministrazione comunale e ai ministri della Salute e dellAmbiente Sirchia e Matteoli. Un manifesto battagliero dalla parte dei più piccoli, che da Milano - grazie al web - si è diffuso in tutta Italia e ha già raccolto sessanta adesioni.
Lappello degli scrittori dalla parte dei bambini
Cambiamo Aria
Una presa di posizione spettacolare e impopolare. Per il problema smog Bianca Pitzorno pensa «a un pifferaio di Hammelin che si porti via i bambini di Milano e faccia prendere una bella strizza all'amministrazione». Vivian Lamarque , invece, per eliminare le polveri sottili fa sua un'idea presentata anni fa a Portobello «abbattere il Passo del Turchino per far circolare l'aria in Val Padana», e poi suggerisce anche «uno sciopero delle nascite: zero bambini, zero votanti». Scherzi di scrittori per ragazzi, immersi in un mondo di fantasia. Ma pronti a diventare seri appena le circostanze lo richiedono. Una loro collega, Emanuela Nava , stufa di guardare i valori del monossido di carbonio prima di mandare il figlio a giocare sotto casa, ha pensato che fosse il momento di far sentire la sua voce. «Una voce non certo autorevole - ironizza - ma trovavo insopportabile che chi si rivolge ai ragazzini non pensasse alla loro crescita, al loro futuro». È nata così l'idea di un manifesto degli
scrittori per linfanzia contro l'inquinamento. Nel giro di poche settimane sono arrivate le firme: 15, 20, 60... Prima, solo le penne milanesi, poi da tutta Italia. Tra queste, quella di Roberto Piumini , che sul tema ha composto un sonetto: «Miserabile il tempo, il mondo, il modo, in cui persino l'aria silenziosa, è velenosa. Miserabile il giorno, la città, in cui persino il fiato che carica la voce del bambino è assassino...».
Il contenuto dell'appello, inviato al sindaco Albertini, ai presidenti di Provincia e Regione Penati e Formigoni, e ai ministri della Salute e dell'Ambiente Sirchia e Matteoli, si annuncia nel titolo, «Vogliamo una città con l'aria da bambino» (lappello con tutti i firmatari si trova in rete allindirizzo www.moviement.it/tognolini/Ariapura). Con ironia rivendica «una città dove poter correre senza trattenere il fiato», e in tono più serio chiede «il rispetto delle leggi europee che fissano a valori molto bassi le soglie di concentrazione degli inquinanti dell'aria». Il senso è quello della sfida. «Ci vuole coraggio - dice ancora Emanuela Nava -, ci vogliono politici in grado di assumersi la responsabilità di gesti impopolari. Ticket d'ingresso per la cerchia dei Navigli, come nel centro di Londra. Divieto di circolazione ai mezzi più
inquinanti, i vecchi diesel ma anche i Suv, se ne parlava mesi fa a Parigi. Autobus più veloci, più frequenti, alimentati con biodiesel. E poi, non accompagnate i figli a scuola in auto. Fateli girare a piedi, il mondo visto dal finestrino non è quello reale, il vetro è uno schermo al pari della Tv».
E gli altri firmatari meneghini che ne pensano? La direttrice della collana «Gl'istrici» della Salani, Donatella Ziliotto , osserva: «Qui ci vuole un'équipe di tecnici, urbanisti e ambientalisti, che mettano nero su bianco cosa fare. Soluzioni scomode, impopolari? Le accetteremo». Bianca Pitzorno, profetica autrice, nel lontano '74, di «Clorofilla dal cielo blu», storia di un bebè vegetale che rischia la vita per l'inquinamento, ha delle idee. «Punterei sul car-sharing: più macchine in condivisione, più parcheggi sotterranei e silos, collegati a fermate di mezzi pubblici e in futuro a depositi di auto elettriche. E ancora, più piste ciclabili e più zone di custodia per le bici». Alle due ruote pensano anche la poetessa Vivian Lamarque «ponti d'oro ai ciclisti, mezzi pubblici gratuiti nelle situazioni di emergenza ambientale e carburanti non inquinanti per tutti», e la scrittrice di fiabe Paola
Parazzoli , che invoca «piste ciclabili all'altezza di quelle europee e ampie zone pedonabili come nelle capitali nordiche».
Marta Ghezzi
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