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  Monday 28 March 2005 12:51:04  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

Una Regione Europea - Documento per le elezioni regionali a cura di Circoli ARCIG

 
To:
Alessandro Rizzo LD   Alessandro Rizzo LD
 
Una Regione Europea - Documento per le elezioni regionali a cura di Circoli ARCIGAY Emilia-Romagna
Vogliamo una regione che aiuti ogni singolo individuo ad essere soggetto attivo nella costruzione del proprio progetto di esistenza, della propria identità personale e collettiva.
La tutela del diritto di ciascuno ad agire in libertà e nel rispetto delle libertà altrui è legata alla possibilità per ciascuno di essere diverso da tutti gli altri, rimanendo cittadino a pari titolo.
Vogliamo una regione che difenda il principio della laicità delle istituzioni pubbliche, tenendo sempre separati gli interessi della cittadinanza dai principi confessionali, garantendo la piena agibilità civica ad ogni condizione personale e ad ogni posizione culturale e tutelando il principio della libertà di religione e di concezione del mondo.
È necessario che la Regione si doti degli strumenti per affrontare in modo integrato la questione delle discriminazioni basate sul sesso, l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
Troppo spesso questo non avviene per le persone gay, lesbiche e transessuali, spesso ancora oggetto di pregiudizio sociale e di atteggiamenti discriminatori e perciò limitati nella manifestazione della loro identità. La presenza di comunità gay e lesbiche nelle regioni italiane ha prodotto servizi sociali, psicologici, aggregativi e progetti culturali, sociosanitari, formativi. Ciò ha consentito alle persone omosessuali di avere modelli positivi di riferimento, di uscire dall’isolamento, di fruire ed essere parte attiva di situazioni aggregative, sociali, culturali.
L’associazionismo gay e lesbico rappresenta un necessario strumento di mediazione sociale per gli interventi delle diverse amministrazioni contro processi di disgregazione ed esclusione e verso il recupero di una piena socialità delle persone omosessuali.
Le nostre proposte per l’Emilia-Romagna:
Attuazione del principio di non discriminazione - Approvazione di una legge contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e identità di genere.
Nei mesi scorsi diverse regioni italiane hanno approvato i nuovi statuti regionali, che in una prospettiva federalista rappresentano il più importante testo legislativo della regione, contenente i principi fondamentali su cui si basa la vita di una comunità regionale.
Nel settembre 2004, la Regione Emilia – Romagna si è dotata di uno Statuto che prevede nel preambolo “... il riconoscimento della pari dignità sociale della persona senza alcuna discriminazione per ragioni di (...) orientamento sessuale;”.
Tale principio trae certamente origine da quanto stabilito all’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (conosciuta come “Carta di Nizza” del 7 dicembre 2000, firmata anche dal governo italiano e inserita quindi all’interno della Costituzione Europea).
CARTA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UNIONE EUROPEA ART. 21
1. E’ vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o l’orientamento sessuale.
E’ indubbio che quanto scritto nel preambolo è per noi un punto di partenza importante ma riteniamo che non sia ancora sufficiente.
Chiediamo che nella prossima legislatura si arrivi ad inserire tra le ragioni tutelate dal divieto di discriminazione anche quelle legate all’identità di genere.
Inoltre per dare efficacia a quanto scritto nel Preambolo chiediamo che la regione Emilia-Romagna si doti di una legge regionale contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere.
Una legge che garantisca a tutti i cittadini della regione l’accesso a parità di condizioni a servizi sociali, sanitari, scolastici, ecc. Che preveda tra l’altro:
specifiche politiche regionali del lavoro per le persone transessuali e transgender, quali soggetti esposti al rischio di esclusione sociale;
attività di formazione nei confronti del personale regionale per garantire l’adozione di modalità linguistiche e comportamenti rispettosi di ogni orientamento sessuale e identità di genere;
il sostegno a progetti di formazione che trattino ad esempio il fenomeno del bullismo rivolti a docenti, operatori sociali, animatori e tutte quelle figure educative che operano con preadolescenti ed adolescenti;
il monitoraggio e la realizzazione di azioni volte a rimuovere tutti quegli ostacoli che possono impedire ad ogni cittadino del Emilia-Romagna di vivere serenamente il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere.
Riconoscimento delle forme di convivenza alternative al matrimonio
Nello Statuto da poco approvato riteniamo che la formulazione dell’art. 9 “riconosce e valorizza (...) la funzione delle formazioni sociali attraverso le quali si esprime e si sviluppa la dignità della persona e, in questo quadro, lo specifico ruolo sociale proprio della famiglia, promuovendo le condizioni per il suo efficace svolgimento” rappresenti un sostanziale riconoscimento di quanto da noi richiesto poichè inserisce la famiglia tra le formazioni sociali, ed è evidente il richiamo all’art. 2 della Costituzione nel quale si afferma che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, così come è altrettanto evidente il forte richiamo all’art. 9 della Carta di Nizza che all’art. 9 afferma “Il diritto di sposarsi e il diritto di costituire una famiglia sono garantiti secondo le leggi nazionali che ne disciplinano l’esercizio.”
Tale distinzione che riconosce in maniera netta il diritto al matrimonio ed il diritto di costituire una famiglia intende un riconoscimento di tutte le forme di convivenza, comprese quindi le coppie di fatto etero ed omosessuali.
Per questo motivo, chiediamo che l’intera normativa regionale debba riconoscere ogni qualvolta si fa riferimento alla famiglia, l’estensione dei diritti e dei doveri riconosciuti a questa anche alle coppie di fatto e a tutte quelle forme di convivenza che non trovano ad oggi regolamentazione alcuna.
Riconoscimento dell’Associazionismo e Diritto di partecipazione.
L’articolo 7 riconosce il ruolo dell’associazionismo ed impegna la Regione tra l’altro a favorirne la partecipazione nelle scelte istituzionali e a garantire pari opportunità nel rappresentare i vari interessi durante il procedimento normativo.
Tale impegno è confermato e rafforzato all’articolo 14 nel quale si riconosce il diritto di partecipazione delle varie forme associative presenti in regione, a realizzare uno scambio di opinioni e alla diffusione di queste e riconosce il diritto di ogni associazione a intervenire nel procedimento di un atto regionale.
Per questo motivo, riconoscendo il ruolo importante e centrale della Regione rispetto a diversi argomenti e temi, si propone di realizzare un Protocollo d’intesa tra la Regione e ARCIGAY e che auspichiamo possa essere condiviso anche con altre associazioni del movimento gay, lesbico e transessuale presenti nel territorio regionale che preveda la definizione di azioni concertate ed integrate nelle seguenti aree di intervento:
1. Politiche sociali e socio-sanitarie
2. Formazione, aggiornamento e qualificazione del personale
3. Lavoro e formazione professionale
4. Informazione e comunicazione
5. Politiche abitative
6. Politiche culturali ed educative
7. Turismo e attività ricreative
Riteniamo che la realizzazione del Protocollo d’intesa debba avvenire attraverso la costituzione di una Commissione o un gruppo di lavoro che veda la partecipazione dei/delle rappresentanti delle Associazioni glbt di rilevanza regionale e rappresentanti degli Assessorati competenti sui diversi obiettivi indicati dal presente Protocollo.
la Commissione può assumere anche la funzione di verifica delle normative attuali per evidenziare norme o parti di esse che non collimano con quanto previsto dallo Statuto e per esaminare e definire proposte ed iniziative legislative per contrastare le discriminazioni fondate sull'orientamento sessuale o l'identità di genere e dare attuazione, per quanto di propria competenza, alle norme europee e nazionali in materia.
Alle prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna appoggeremo solo quei/quelle candidati/e e quelle forze politiche che riconosceranno come importanti queste nostre proposte e che si impegneranno a realizzarle.


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