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  Wednesday 30 March 2005 18:17:12  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

SANITA' LOMBARDA: LE LISTE SI ACCORCIANO… PAGANDO

 
To:
Alessandro Rizzo LD   Alessandro Rizzo LD
 
SANITA' LOMBARDA: LE LISTE SI ACCORCIANO… PAGANDO
www.arianuovainlombardia.it


Milano, una domenica del gennaio 2003. Un giovane giocando a calcio sente un improvviso dolore alla gamba sinistra e si accorge di non riuscire più a muovere il piede. Secondo i medici del Pronto Soccorso dell'Ospedale San Paolo si tratta di una lesione del tendine di Achille. Per sapere però, se il tendine è lacerato e quindi deve essere operato subito, bisogna eseguire una Risonanza Magnetica Nucleare in una struttura specializzata. Al Gaetano Pini per effettuare l'esame ci vuole un mese e mezzo di tempo e il medico di famiglia, in un caso di questo tipo, non se la sente di mettere il bollino verde per le urgenze che obbligherebbe qualsiasi ospedale lombardo ad eseguire l'esame entro settantadue ore. Ma in regime libero professionale, nello steso Gaetano Pini, la Risonanza Magnetica Nucleare può essere eseguito la sera stessa. Così, pagando circa 250 euro, il lunedì sera il giovane ha potuto sapere dal risultato della RMN che il tendine era proprio rotto
Episodi di questo tipo sono la realtà quotidiana negli ospedali lombardi. Le liste di attesa per gli esami radiologici in regime ordinario (cioè pagando solo il ticket) sono lunghissime: cosicché per averli in tempo utile, bisogna farli in regime di libera professione. Ma la questione si ripropone con gli interventi chirurgici, dove con l'eccezione della cardiochirurgia, i tempi di attesa in specialità come l'ortopedia, l'oculistica, la ginecologia e la neurochirurgia superano i tre mesi. E nonostante il tanto sbandierato piano oncologico lombardo, non fa eccezione neppure la radioterapia: le prestazione tradizionali, molto meno rimunerative rispetto agli interventi stereotassici, richiedono spesso attese di molto superiori a quanto previsto dalle linee guida internazionali per il trattamento di quella specifica neoplasia.
Nonostante l'eliminazione delle liste di attesa fosse uno degli obbiettivi principali del modello sanitario lombardo, il miracolo non c'è stato tanto che neppure il sito della stessa Regione Lombardia (www. regionelombardia. it/sanità/liste di attesa) osa riportare dati aggiornati sull'argomento. Nulla è stato fatto per eliminare le prescrizioni di prestazioni inappropriate e inefficaci.
I centri di prenotazione sono pochi efficienti. In tre IRCS milanesi le attese sono così lunghe che circa il 30% dei pazienti che hanno richiesto una visita o un esame radiologico, non si presentano poi all'esame stesso senza averlo disdetto (avete mai provato a telefonare a un centri di prenotazione per disdire un esame? quanto siete rimasti al telefono?) con spreco di tempo e denaro. I criteri clinici fissati dalla stessa Regione per la priorità dei ricoveri prevedono tempi di attesa comunque lunghi (fino a un mese per le urgenze e un anno per la classe di minor necessità) e sono cosi vaghi che una visita a pagamento nello studio del primario diventa il metodo più collaudato per essere ricoverati con sollecitudine. pur disponendo la Regione di finanziamenti di ricerca propri, non ha mai voluto valutare il reale effetto del "bollino verde", l'unico provvedimento varato per una gestione più oculata delle priorità.
Ai cittadini non rimane altro che acquistare privatamente le prestazioni di cui hanno bisogno o, se non possono permetterselo, rimandarle nel tempo.


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