----- Messaggio Originale -----
sabato 22 dicembre 2007 9.43.01
Messaggio
Da: "Associazione La Conta" <laconta@interfree.it>
Oggetto: 60° anniversario dell'approvazione della Costituzione Italiana - Intervento di Pi
A: "associazione la conta" <laconta@interfree.it>
Allegati: Attach0.html 19K
Oggi, 22 dicembre 2007 è il 60° anniversario della nostra Costituzione. Fu approvata il 22 dicembre 1947 ed entrò in vigore il 1° gennaio 1948. Con il referendum del 25 - 26 giugno 2006 l'abbiamo salvata. Ora dobbiamo attuarla, per superare le diseguaglianze e preservare ed estendere la pace.
INTERVENTO DI PIERO CALAMANDREI ALL'UMANITARIA DI MILANO DEL 26 GENNAIO 1955
Il 26 gennaio 1955 ad iniziativa di un gruppo di studenti universitari e medi, fu organizzato a Milano, nel salone degli affreschi della Società Umanitaria, un ciclo di sette conferenze sulla Costituzione italiana, inviando insigni cultori del diritto ad illustrare, in modo accessibile a tutti, i principi morali e giuridici che stanno a fondamenta della nostra vita sociale.
Il corso è stato inaugurato e concluso da Piero Calamandrei e, non senza viva commozione, Egli ritorna tra noi con la sua eloquenza nobile e pur semplice, con dottrina profonda, scientificamente serena e civilmente incitatrice.
La parola del maestro indimenticabile suona, ancora oggi, come un altissimo richiamo allimpegno scientifico e morale di tutti i giovani che si apprestano ad una sempre rinnovata battaglia di civiltà, di progresso e di libertà.
Ecco la parte sostanziale di ciò che Egli disse introducendo il corso e precisando i fondamenti storici della Nostra Costituzione.
"Lart.34 dice: i capaci ed i meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. E se non hanno mezzi! Allora nella nostra Costituzione cè un articolo, che è il più importante di tutta la Costituzione, il più impegnativo; non impegnativo per noi che siamo al desinare, ma soprattutto per voi giovani che avete lavvenire davanti a voi. Dice così: E compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e luguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e leffettiva partecipazione di tutti i lavoratori allorganizzazione politica, economica e sociale del Paese. E compito di rimuovere gli ostacoli che
impediscono il pieno sviluppo della persona umana. Quindi dare lavoro a tutti, dare una giusta retribuzione a tutti, dare la scuola a tutti, dare a tutti gli uomini dignità di uomo. Soltanto quando questo sarà raggiunto, si potrà veramente dire che la formula contenuta nellarticolo primo LItalia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro corrisponderà alla realtà. Perché fino a che non cè questa possibilità per ogni uomo di lavorare e di studiare e di trarre con sicurezza con il proprio lavoro i mezzi per vivere da uomo, non solo la nostra Repubblica non si potrà chiamare fondata sul lavoro, ma non si potrà chiamare neanche democratica. Una democrazia in cui non ci sia questa uguaglianza di fatto, in cui ci sia soltanto una uguaglianza di diritto è una democrazia puramente formale, non è una democrazia in cui tutti i
cittadini veramente siano messi in grado di concorrere alla vita della Società, di portare il loro miglior contributo, in cui tutte le forze spirituali di tutti i cittadini siano messe a contribuire a questo cammino, a questo progresso continuo di tutta la Società. E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinnanzi!
E stato detto giustamente che le Costituzioni sono delle polemiche, che negli articoli delle Costituzioni, cè sempre, anche se dissimulata dalla formulazione fredda delle disposizioni, una polemica. Questa polemica di solito è una polemica contro il passato, contro il passato recente, contro il regime caduto da cui è venuto fuori il nuovo regime. Se voi leggete la parte della Costituzione che si riferisce ai rapporti civili e politici, ai diritti di libertà voi sentirete continuamente la polemica contro quella che era la situazione prima della Repubblica, quando tutte queste libertà, che oggi sono elencate, riaffermate solennemente, erano sistematicamente disconosciute: quindi polemica nella parte dei diritti delluomo e del cittadino, contro il passato. Ma cè una parte della nostra Costituzione che è una polemica
contro il presente, contro la Società presente. Perché quando larticolo 3 vi dice E compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli, di ordine economico e sociale che impediscono il pieno sviluppo della persona umana riconosce, con questo, che questi ostacoli oggi ci sono, di fatto e che bisogna rimuoverli. Dà un giudizio, la Costituzione, un giudizio polemico, un giudizio negativo, contro lordinamento sociale attuale, che bisogna modificare, attraverso questo strumento di legalità, di trasformazione graduale, che la Costituzione ha messo a disposizione dei cittadini italiani. Ma non è una Costituzione immobile, che abbia fissato, un punto fermo. E una Costituzione che apre le vie verso lavvenire, non voglio dire rivoluzionaria, perché rivoluzione nel linguaggio comune sintende qualche cosa che sovverte violentemente; ma è una Costituzione rinnovatrice, progressiva, che mira
alla trasformazione di questa Società, in cui può accadere che, anche quando ci sono le libertà giuridiche e politiche, siano rese inutili, dalle disuguaglianze economiche e dalla impossibilità, per molti cittadini, di essere persone e di accorgersi che dentro di loro cè una fiamma spirituale che, se fosse sviluppata in un regime di perequazione economica, potrebbe anchessa contribuire al progresso della Società. Quindi polemica contro il presente, in cui viviamo e impegno di fare quanto è in noi per trasformare questa situazione presente.
Però vedete, la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro limpegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità; per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è lindifferenza alla politica, indifferentismo, che è, non qui per fortuna, in questo uditorio, ma spesso in larghi strati, in larghe categorie di giovani, un po una malattia dei giovani. La politica è una brutta cosa. Che me ne importa della politica. E io quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina, che qualcheduno di voi conoscerà di quei due emigranti, due
contadini che traversavano loceano, su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e laltro stava sul ponte e si accorgeva che cera una gran burrasca, con delle onde altissime e il piroscafo oscillava. E allora uno di questi contadini, impaurito, domanda a un marinaio ma siamo in pericolo? e questo dice secondo me, se continua questo mare, tra mezzora il bastimento affonda. Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno, dice: Beppe, Beppe, Beppe,
.che cè!
Se continua questo mare, tra mezzora, il bastimento affonda e quello dice che me ne importa, non è mica mio! Questo è l indifferentismo alla politica.
E così bello e così comodo. La libertà cè, si vive in regime di libertà, ci sono altre cose da fare che interessarsi di politica. E lo so anchio. Il mondo è così bello. E vero! Ci sono tante belle cose da vedere, da godere oltre che ad occuparsi di politica. E la politica non è una piacevole cosa. Però, la libertà è come laria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per ventanni, e che io auguro a voi, giovani, di non sentire mai. E vi auguro, di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno, che sulla libertà
bisogna vigilare,vigilare, dando il proprio contributo alla vita politica.
La Costituzione, vedete, è laffermazione scritta in questi articoli, che dal punto di vista letterario non sono belli, ma laffermazione solenne della solidarietà sociale, della solidarietà umana, della sorte comune, che se va affondo, va affondo per tutti questo bastimento. E la Carta della propria libertà. La Carta per ciascuno di noi della propria dignità duomo. Io mi ricordo le prime elezioni, dopo la caduta del fascismo, il 6 giugno del 1946; questo popolo che da venticinque anni non aveva goduto delle libertà civili e politiche, la prima volta che andò a votare, dopo un periodo di orrori, di caos: la guerra civile, le lotte, le guerre, gli incendi, andò a votare. Io ricordo, io ero a Firenze, lo stesso è capitato qui. Queste file di gente disciplinata davanti alle sezioni.
Disciplinata e lieta. Perché avevano la sensazione di aver ritrovato la propria dignità, questo dare il voto, questo portare la propria opinione per contribuire a creare, questa opinione della comunità, questo essere padroni di noi, del proprio paese, della nostra patria, della nostra terra; disporre noi delle nostre sorti, delle sorti del nostro paese. Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come cosa vostra, metterci dentro il senso civico, la coscienza civica, rendersi conto, questo è uno delle gioie della vita, rendersi conto che ognuno di noi, nel mondo, non è solo! Che siamo in più, che siamo parte di un tutto, tutto nei limiti dellItalia e nel mondo.
Ora vedete, io ho poco altro da dirvi, in questa Costituzione di cui sentirete fare il commento nelle prossime conferenze, cè dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli. E a sapere intendere dietro questi articoli, ci si sentono delle voci lontane.
Quando io leggo: nellarticolo 2 Ladempimento dei doveri inderogabili di solidarietà, politica, economica e sociale o quando leggo nellarticolo 11 LItalia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà di altri popoli, la patria italiana in mezzo alle altre patrie ma questo è Mazzini! Questa è la voce di Mazzini. O quando io leggo nellarticolo 8: Tutte le confessioni religiose, sono ugualmente libere davanti alla legge ma questo è Cavour! O quando io leggo nellarticolo 5 La Repubblica, una ed indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali ma questo è Cattaneo! O quando nellarticolo 52 io leggo, a proposito delle forze armate Lordinamento delle forze armate si informa allo spirito democratico della Repubblica, lesercito di popolo, e questo è Garibaldi! O quando leggo allart. 27 Non è ammessa la pena di morte ma questo, o studenti milanesi, è Beccaria!!
Grandi voci lontane, grandi nomi lontani. Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti. Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa Costituzione!! Dietro ogni articolo di questa Costituzione o giovani, voi dovete vedere giovani come voi, caduti combattendo, fucilati, impiccati, torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le strade di Firenze, che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa Carta. Quindi quando vi ho detto che questa è una Carta morta: no, non è una Carta morta. Questo è un testamento, un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio, nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati, dovunque è morto un italiano, per riscattare la libertà e la dignità: andate lì, o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione."
Ciao.
ASSOCIAZIONE LA CONTA ONLUS - Storie e culture delle genti dal mondo - Milano
|
|