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Home Page  •  Rete Civica di Milano  •  Rete Cittadini Milano - home  •  Alessandro Rizzo LD  •  Message
 
  Monday 29 September 2008 17:09:17  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
"Amalia Navoni" <amalia.navoni@gmail.com>   "Amalia Navoni" <amalia.navoni@gmail.com>
 
Subject:

Fwd: intervento sulla mafia di Basilio Rizzo lettera al BIE lettera alla ditt

 
To:
l'Unione di Milano   l'Unione di Milano
l'Unione di Milano il programma   l'Unione di Milano il programma
l'Unione di Milano Libro Bianco   l'Unione di Milano Libro Bianco
Forum di Sinistra ed ecologisti   Forum di Sinistra ed ecologisti
 
Cc:
Partito Democratico   Partito Democratico
l'Ulivo di Milano   l'Ulivo di Milano
Alessandro Rizzo LD   Alessandro Rizzo LD
Comunismo   Comunismo
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Sperando di farvi cosa gradita vi inoltro tre messaggi

1     l’intervento di Basilio Rizzo al dibattito sulla mafia. Siamo in
attesa degli altri interventi

2     la lettera/invito che ,come Comitato No Expo, stiamo inviando ai
rappresentanti del BIE

3     la lettera che come Coordinamento Nord Sud del Mondo abbiamo inviato
alla ditta Vismara per aver licenziato un operaio nigeriano per fatti di
razzismo. Potete inviarne via posta una simile anche voi.

Cari saluti

Amalia navoni

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

DIBATTITO PUBBLICO – MILANO 16 SETTEMBRE 2008

PALAZZO MARINO - SALA ALESSI

A CENTO PASSI DAL DUOMO - MAFIA E POTERE A MILANO

INTERVENTO DI BASILIO RIZZO

Abbiamo voluto unire una riflessione sul bisogno di legalità e sulla
necessità per la politica e la

società di concreti, quotidiani, comportamenti in difesa di essa con la
riproposizione dell’attualità

della lezione morale e civile che ha consegnato ad ognuno di noi Peppino
Impastato.

Lo facciamo a Milano, la città di tangentopoli (ma anche di mani pulite)
in cui la battaglia per la

legalità non è mai conclusa ed anzi vive oggi un momento in cui ha
assoluto bisogno di rinverdirsi.

Ma lo facciamo pensando, soprattutto e con profondo rispetto, a quanti,
questa battaglia, la

conducono in condizioni ancor più difficili in altre parti del Paese in
Sicilia, in Campania, in Puglia,

in Calabria dove ancor oggi il prezzo che si paga per l’impegno civile è,
troppo spesso, la vita

stessa.

I relatori, assai autorevoli che hanno accettato di essere con noi e di
questo ancora li ringraziamo,

entreranno nel merito delle diverse questioni (come sapete dal programma
di lavoro) e certamente

contribuiranno alle nostre conoscenze ed alle nostre riflessioni.

In sede di introduzione mi limito a proporre sinteticamente alcune
osservazioni che vogliono essere

individuazione di problemi ed al tempo stesso parole d’ordine, terreni di
azione politica.

Promuovere la percezione” della macrocriminalità

Troppo spesso, oggi, ogni riferimento alla legalità viene ridotto alla
cosiddetta “questione

sicurezza” intesa come diffuso disagio indotto dalla microcriminalità.

Prefetti, questori, autorità giudiziaria snocciolano i dati reali sul
numero dei reati, spesso in

diminuzione, ma i nostri governanti (locali e non solo) fanno spallucce ed
accusano: “?voi di

sinistra non capite la percezione di insicurezza dei cittadini?” e via con
il campionario di

argomenti che seminano intolleranza nei confronti di rom e immigrati, e,
di seguito, la

pseudosoluzione di telecamere, legislazioni speciali, i soldati nelle
strade? .

Al di là del tasso di verità della critica (che ancorché basso c’è e va
riconosciuto, pur esulando dalla

discussione odierna) rovescerei i termini e direi che a Milano il vero
obiettivo sul terreno della

legalità è quello di aumentare ad ogni livello la percezione della
invasività della macrocriminalità

nella nostra società.

2

Accade infatti che la magistratura scopra che in vaste aree della città
metropolitana, alcuni settori

dei lavori edili (in particolare il “movimento terra”) sono nelle mani
della n’drangheta; i giornali lo

scrivono ma non succede nulla e nessuno si indigna, nessuno si preoccupa.

Accade che Milano è primatista –e di gran lunga- del consumo di cocaina e
che le risposte siano

solo articoli o servizi TV di “colore” (alla lucignolo per intenderci)
sulla movida notturna come se

non fosse chiaro che nel mercato della droga vi è lo strapotere delle
organizzazioni mafiose.

Accade che il pubblico si ritrae dall’erogazione diretta dei servizi
lasciando spazio a massicce

esternalizzazioni che aprono autostrade alla penetrazione mafiosa, eppure
il processo appare

inarrestabile.

Poiché quest’ultimo accenno è delicato preciso per non essere frainteso.

Milano ha una solida presenza nel terzo settore, nel volontariato, nei
servizi resi alla persona. Guai

quindi a gettare discredito generalizzato su un terreno così importante e
meritorio. Ma se nel sud la

nuova frontiera è quella dei capitali investiti dal sistema mafioso nel
settore della sanità e

dell’assistenza e dei servizi in generale possiamo noi pensare di essere
miracolosamente

autoimmuni? Soprattutto nelle ultime propaggini delle catene di sub
appalti che coincidono

sostanzialmente col caporalato, con la pura intermediazione della
manodopera.

Eppure nel triste mercato delle braccia non è difficile cogliere il
concorrere di tre elementi che

sembrano tagliati su misura per il sistema mafioso:

_ pagamenti in nero con pulizia de facto del denaro;

_ capacità di intimidazione e repressione in proprio di chi osa ribellarsi;

_ creazione di un forte potere sociale derivante dalla gestione, comunque,
di un sistema di

avviamento al lavoro.

Ecco quindi che si apre per noi un terreno amplissimo di lavoro anche e
soprattutto a tutela di chi

opera nella legalità, rispetta i contratti di lavoro, assume in regola,
tutela la sicurezza, promuove i

diritti e proprio per questo viene “buttato fuori mercato” dai capitali
criminali.

Lavoro di vigilanza reale e non formale:

sul sistema degli accreditamenti, dello svolgimento delle gare, della
catena dei sub appalti, dei

controlli sui luoghi di lavoro, e così via (pensiamo alle punte
dell’iceberg che di tanto in tanto

emergono: ortomercato, il vorticoso aprirsi e chiudersi di cooperative
prestatrici d’opera, i molti

incidenti sul lavoro?)

3

Pecunia non olet?

Esiste un motto latino declinato, ora in modo falsamente sconsolato, ora
in modo arrogantemente

ammiccante, che viene rifilato come risposta che si pretende definitiva da
parte di quelli che sanno

come va il mondo, di fronte alla richiesta di spiegazioni su molti strani
affari, su arricchimenti

rapidi ed inspiegabili, su sconcertanti intrecci tra politica ed affari.
“Pecunia non olet!”

Ebbene anche qui si tratta di rovesciare la cultura che lo sottende. Altro
che il denaro non ha odore!

I denari hanno l’odore delle mani per cui sono passati.

Non sono testimonianza di superiore imparzialità del pubblico
amministratore, dichiarazioni del

tipo “ io non voglio neppure sapere chi è l’operatore che usufruirà del
mio atto amministrativo?”

(e così i Casalesi investono a Porta Romana, i boss dei fiori passano
all’immobiliare, la vorticosa

compravendita di esercizi pubblici consegna spazi di controllo del
territorio alla criminalità?.).

Avanzo la proposta di codificare norme che richiedono e perseguono una
sorta di tracciabilità dei

capitali investiti in opere pubbliche o in attività soggette a pubblica
autorizzazione.

Qualcosa di più dei generici ed aggirabili certificati antimafia.

Adeguando in coerenza le procedure urbanistiche e quelle di assegnazione
degli appalti.

Identicamente sul versante della finanza: nella legislazione delle
fiduciarie e della miriade di srl o

spa che operano nella nostra città.

L’EXPO 2015

Non è questa la sede per una riflessione generale sulla desolante lotta
tra i leader del centro destra

per l’occupazione di posizioni di potere negli organismi che
controlleranno il flusso e la gestione di

risorse –sottolineo prevalentemente pubbliche- legate all’Expo.

Ma è difficile accettare –senza indignarsi- che ci si ostini a presentare
l’Expo all’opinione pubblica

(con la gran cassa dei mass media –tranne lodevoli eccezioni-) come
un’occasione di orgoglio e di

prestigio dell’Italia a livello internazionale (e dunque è delitto avere
riserve o dubbi), mentre in

realtà quelli che contano, pur occupando importanti cariche istituzionali,
non si fanno scrupolo di

manifestarsi come interessati prevalentemente agli affari ed ai miliardi
in gioco.

Ma se l’essenza dell’Expo è la dimensione affaristica, come non pensare
che su di essa piomberà

l’attenzione della Mafia SpA, una delle più liquide, floride potenti
imprese del sistema economico.

In un momento come questo in cui la grave crisi di liquidità dei mercati e
del sistema bancario

consegna a chi ha capitali a disposizione (ed il sistema mafioso
ovviamente ne ha) occasioni ed

opportunità straordinarie.

Proprio ieri indiscrezioni giornalistiche hanno dato alle considerazioni
che ho svolto il crisma dei

primi riscontri in indagini giudiziarie che lambiscono Palazzo Marino!

4

Sorprende allora che a tutto si pensi meno anche a creare una struttura
autorevole, credibile,

adeguatamente attrezzata che vigili sulla modalità d’impiego dei denari
per l’Expo.

Anzi sembra prevalere la ricerca di creare condizioni per avere meno
controlli possibili. (società

ristrette, amministratori unici, etc.).

Rinnovo quindi –e mi “approprio” dell’autorevolezza di questa nostra
assise per rafforzare il peso

della richiesta- la proposta di costituire una autorità di controllo,
sulle spese Expo, terza rispetto alla società di gestione ma dotata di
poteri reali ed istituzionali che dia garanzia ai cittadini che i propri
denari siano spesi bene ed a fin di bene. Affidata a personalità di
prestigio e di sicura, indiscussa credibilità a 360°.   (e se proprio si è
a corto di idee a chi pensare, gettare uno sguardo-a questo tavolo,
ovviamente me escluso, potrebbe tornare utile?).

Ho indicato questioni, ve ne sarete accorti, che rimandano a cose che noi
possiamo fare in prima

persona come pubblici amministratori, come società civile, nella
quotidianità del nostro impegno.

Non mi fermerei tuttavia qui. Non meno indispensabile penso che sia
appoggiare sostenere il lavoro

della magistratura rafforzandola con la ricostruzione di una diffusa
opinione pubblica favorevole, in

un momento così delicato come questo in cui altri poteri dello stato
tentano di attentarne

all’autonomia, al prestigio, all’indipendenza.

 

XXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXXX

Lettera per il BIE

 

Sappiamo che nei giorni scorsi avrebbe voluto visitare Milano. Scopo della
visita: verificare lo stato di avanzamento dell’operazione expo 2015.
Sappiamo anche del rifiuto del Sindaco Moratti alla Sua richiesta. Questo
non ci meraviglia. Nelle precedenti occasioni, Le hanno mostrato una città
finta e finte relazioni tra poteri istituzionali, amministrazioni locali e
abitanti. Insomma, come si dice, hanno preso in giro Lei e il B.I.E..

 

Per questo, il Comitato No Expo, memore della Sua disponibilità
all’incontro nello scorso febbraio, La invita ad una visita a Milano nelle
prossime settimane.

 

Sarà occasione per verificare che da sette mesi, i soggetti promotori di
ExpoMilano 2015 non fanno che litigare per conquistarsi la fetta più
grossa di potere, ovvero di business. La governance condivisa e
partecipata è già finita. Dei problemi alimentari e di modello di sviluppo
sostenibile per il pianeta non parla più nessuno.

 

Potrà anche conoscere meglio la quotidianità del vivere a Milano e nella
Lombardia locomotiva d’Europa. Le anticipiamo un po’ di cose per stimolare
la Sua curiosità.

Milano è la città dove non si fanno le piste ciclabili perché tolgono
spazio alla sosta auto; dove in Fiera (presa a modello per Expo 2015) si
continua a lavorare in nero e tramite “caporalato”; nei cantieri, anche
per opere ritenute indispensabili per Expo, si lavora nell’illegalità e a
morire per la bassa sicurezza. Nella nostra città prevale l’intolleranza e
l’arroganza altro che multiculturalità e pensare al mondo: si può morire
bastonati se si è neri e si ruba un pacco di biscotti. Qui di soldi non ce
ne sono. Hanno provato a regalare Alitalia agli imprenditori e ai
banchieri interessati nell’operazione Expo. Ma gli è andata male. Finora
gli unici soldi che ci sono sicuramente sono quelli di mafia e
‘ndrangheta, molto interessate agli appalti di Expo e già attive nei tanti
cantieri. Le mostreremo le cave in mano alla criminalità organizzata dove
vengono smaltiti rifiuti, anche tossici, prodotti nei cantieri del T.A.V.,
della Fiera e, probabilmente, di Citylife.  Hanno promesso partecipazione,
trasparenza, controlli, ma di tutto questo non abbiamo traccia.

 

Questo e altro Le mostreremo, se vorrà accettare il nostro invito. Non
possiamo offrirle hotel a cinque stelle, cene o feste di gala. Non saremo
certo all’altezza di presentarle la città vetrina che ha conosciuto.

Siamo sicuri, però, che apprezzerà l’ospitalità dei milanesi che lottano
per sopravvivere ad una città sempre più moloch e potrà conoscere l’altra
Milano, i luoghi che i grattacieli, le speculazioni, gli interventi per
Expo cancelleranno per sempre; vedrà le aree e le attività agricole che
verranno divorate da infrastrutture varie; capirà le ragioni dell’umanità
varia, ma maggioritaria, che pagherà e sarà vittima della Milano
dell’Expo.

 

La aspettiamo.

Il Comitato NoEXPO

Xxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxxx

lettera alla ditta Vismara

Coordinamento Nord/Sud del Mondo
via Omodeo, 29  20151 Milano
tel.02/38002691- 02/26140345-fax 02/ 38002691

 

Spett. direzione Vismara s.p.a.
 Casatenovo- Lecco
 
Pc   spett Confindustria Lecco

Pc   egr sindaco Comune Casatenovo

P c  egr Presidente Provincia Lecco

Pc?spett Cisl Lecco

Pc    spett UIL Lecco

Pc    spett CGIL Lecco

Pc    spett  FAI CISL Lecco

Pc    spett UIL agroalimentare Lecco

Pc    spett. FLAI CGIL  Lecco

Pc   spett NIDIL CGIL Lecco


Oggetto: licenziameno di Daniel, operaio nigeriano, padre di un bambino di
due anni
 
Siamo il Coordinamento Nord Sud del mondo che dal 1995    sensibilizza le
persone  a consumare di meno,  al consumo critico,  al consumo e al
risparmio alternativo, alla pressione ed al boicottaggio di imprese che
non rispettano le leggi e le convenzioni dell'ONU .

 

Abbiamo appreso dai giornali che nella vostra impresa, in settembre, è
stato allontanato, ovvero licenziato, un giovane nigeriano di nome Daniel.
Sempre dai giornali apprendiamo che da due anni il giovane veniva
insultato con epiteti razzisti e offese umilianti senza che le maestranze
intervenissero a sua difesa.
Il 28 giugno 08  Daniel ha trovato il coraggio di sporgere querela alla
Procura di Lecco contro gli attacchi razzisti dei suoi compagni a cui era
quotidianamente sottoposto.

Subito dopo, ci risulta che la vostra azienda l'abbia licenziato. O meglio
gli abbia detto di non presentarsi più in azienda perché il giovane veniva
ancora pagato dall’agenzia interinale "Iwork" di Arcore, nonostante 12
contratti rinnovati , nonostante fosse un lavoratore esemplare dal 2006.

Se questa versione dei fatti è vera, la vostra impresa appare complice dei
trattamenti razzistici a cui era sottoposto Daniel: invece di intervenire
in sua difesa, lo avrebbe "punito" ulteriormente della "colpa" di avere la
pelle nera lasciandolo senza lavoro.
Saremmo interessati ad avere dei chiarimenti da parte vostra su questa
vicenda.

Distinti saluti
per il Coordinamento Nord Sud del Mondo
 Amalia navoni



Milano, 26 settembre 08
 



 



















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