Nato a Torino il 18 settembre 1910, morto a Formia il 19 ottobre 2008,
laureato in giurisprudenza, dirigente socialista e sindacale.
Dopo la laurea in giurisprudenza, conseguita allUniversità di Torino nel
1931, matura un particolare interesse per gli studi economici. Amico di
Leone Ginzburg, nel 1933 si avvicina al gruppo antifascista di "Giustizia
e Libertà" e collabora, con lo pseudonimo di Emiliano, agli omonimi
quaderni che Carlo Rosselli pubblica a Parigi.
Nel maggio del 1935, denunciato dallagente dellOVRA Dino Segre (noto,
col nome di scrittore, come Pitigrilli), Foa è arrestato con altri sei
antifascisti e deferito al Tribunale speciale per la difesa dello Stato.
Quei giudici - considerando unaggravante che egli, in alcuni articoli
economici, avesse chiarito che, sotto lo schema corporativo del regime
fascista, in realtà si celava la subordinazione dello Stato ai grandi
gruppi di potere finanziari e industriali furono con Foa particolarmente
duri. Lo condannarono infatti a quindici anni di carcere. Era il febbraio
del 1936 e il giovane antifascista passò otto anni nelle celle dei
penitenziari di Roma, Civitavecchia e Castelfranco Emilia. Fu scarcerato
dopo la caduta di Mussolini, ma occorsero gli scioperi di Milano e Torino
e le pressioni dei commissari delle Confederazioni sindacali, Buozzi e
Roveda, su Badoglio, prima che il governo del generale lasciasse tornare
in libertà Foa e gli altri antifascisti. Così Foa passa, dal carcere,
allillegalità nel
la Resistenza.
Rappresentante del Partito dAzione nel CLN del Piemonte, rappresenta poi
il suo partito nel Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia,
occupandosi tra laltro, della stampa clandestina e scrivendo di riforme
economiche e sociali e di democrazia operaia. Dopo la Liberazione, è
membro della Direzione del PdA e deputato alla Costituente, dando un
determinante contributo alla stesura degli art. 39 e 40 della
Costituzione, sulla libertà di organizzazione sindacale e sul diritto di
sciopero.
Nel 1948 entra nella CGIL con incarichi di direzione allUfficio
economico. Deputato socialista per tre legislature, nel 1955 Vittorio Foa
diventa segretario nazionale della FIOM. Due anni dopo entra nella
Segreteria della CGIL.
E nel 1970 che Foa decide di lasciare gli incarichi sindacali, per
dedicarsi agli studi. Insegna Storia contemporanea nelle Università di
Modena e di Torino, ma non si estrania dalla vita politica. Dal 1987 al
1992 è senatore, eletto nelle liste del PCI e poi del PDS come
indipendente. Tra i suoi tanti scritti vale ricordare: La cultura della
CGIL-Scritti e interventi 1950-1970 del 1984, Il Cavallo e la Torre.
Riflessioni su una vita del 1991, Questo Novecento del 1996, Lettere della
giovinezza. Dal carcere 1935-1943 del 1998.
Negli ultimi anni Foa ha stabilito il suo domicilio in provincia di
Latina, a Formia, con Sesa Tatò, che ha sposato dopo che per molti anni è
stata sua compagna. L11 agosto del 1998, il Consiglio comunale di Formia
ha conferito, allunanimità, a Vittorio Foa la cittadinanza onoraria "per
meriti civili e culturali".
La notizia della morte di Vittorio Foa è stata data, dintesa con la
famiglia, dal segretario del Partito democratico Walter Veltroni. «È un
immenso dolore per noi, per il popolo italiano, è un immenso dolore per
gli italiani che credono nei valori di democrazia e libertà, per lItalia
che lavora, per il sindacato a cui Vittorio Foa ha dedicato la parte più
importante della sua vita», ha dichiarato Veltroni in una nota. «È un
dolore per me personalmente perchè Vittorio Foa incarnava ai miei occhi il
modello del militante della democrazia, un uomo con una meravigliosa
storia di sofferenza, di lotta e di speranza, un uomo della sinistra e
della democrazia, mosso da un ottimismo contagioso e da un elevatissimo
disinteresse personale», ha sottolineato ancora. «A Sesa, ai figli ci
stringiamo con affetto. Penso che tutto il paese senta Vittorio Foa come
uno dei suoi figli migliori», ha concluso il segretario del Pd.
Del cordoglio del paese si è fatto interprete il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano. "Partecipo con profonda commozione
personale al generale cordoglio per la scomparsa di Vittorio Foa. Egli è
stato senza alcun dubbio una delle figure di maggiore integrità e spessore
intellettuale e morale della politica e del sindacalismo italiano del
Novecento. La sua dedizione alla causa della libertà, cui pagò da
giovanissimo un duro prezzo nelle carceri fasciste, la sua partecipazione
alla Resistenza, il suo appassionato e illuminato impegno nellAssemblea
Costituente e nel Parlamento repubblicano, la sua piena identificazione
da combattivo dirigente della CGIL e da studioso con il mondo del
lavoro, gli hanno garantito un posto donore nella storia dellItalia
repubblicana. Egli ha dato prove esemplari del suo disinteresse e del suo
rigore e ha vissuto i suoi ultimi anni con riserbo e sobrietà, rompendo in
rare occasioni il silenzio per trasmettere messaggi sempre lucidissimi di
fede nei valori democrati
ci e costituzionali. Anche per il lungo rapporto di fraterna amicizia e di
vivissima stima che a lui mi ha legato, mi associo con affetto al dolore
dei famigliari e di quanti gli sono stati più vicini".
A sua volta Vannino Chiti, vice presidente del Senato, ha affermato: A
Foa abbiamo guardato come ad un esempio luminoso
alla sua lucidità di
pensiero, alla sua vita esemplare colma di battaglie in difesa della
democrazia e della pace, dei valori fondanti della Repubblica e della
Costituzione, del lavoro e della giustizia sociale. Gianfranco Rotondi
ministro per lAttuazione del programma - ha a sua volta affermato: E un
giorno di lutto per lItalia. Se ne va uno degli uomini che hanno segnato
la storia culturale della sinistra nel nostro Paese.
www.anpi.it
|
|