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  Saturday 14 May 2005 18:00:35  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

risposta significativa a un'adesione all'appello Forum ANPI

 
To:
ANPI   ANPI
 
In occasione di una delle ultime adesioni all'appello che ho proposto come moderatore del Forum ANPI di Rete Civica di Milano, pervenuta da un ragazzo rispondo con quanto segue e rendo nota la risposta in quanto credo che getti la linea di base per costruire il percorso che, dopo la proposta dell'appello, possa unire in una battaglia di resistenza continuativa al revisionismo e alla reazione eversiva e sovversiva tutte le forze che hanno aderito al medesimo appello. E' sempre gratificante notare come anche i giovani, futura classe dirigente del paese, abbiano a cuore la battaglia di difesa delle fondamenta antifasciste e democratico-progressive del nostro Paese, la difesa della Costituzione, nata dalla Resistenza antifascista e partigiana. Ed è proprio per questo che credo si abbia il compito di dare gli strumenti di proseguimento della battaglia nella memoria di chi ha combattuto per dare a questo Paese un futuro migliore, più giusto e di pace e solidarietà.

Fraternamente
Alessandro Rizzo
Moderatore Forum ANPI Rete Civica di Milano

Caro Christian,
sono sempre positivamente colpito quando noto che la volontà di adesione a un appello per la memoria e per la difesa della storia, che, come dice De Gregori, siamo noi e non è nessun altro che vuole stravolgerla per interessi di potere e di potenza, proviene da giovani, miei coetanei che, come il sottoscritto, avvertono la cappa pressante di una destra illiberale che si permette di proporre una tale vergognosa proposta anticostituzionale, offesa per l'Italia civile, antifascista e democratica.
L'appello che ho proposto e che ha trovato vaste adesioni non è altro che un appello che vuole semplicemente resistere contro questa ventata di revisionismo indecente che colpisce il ricordo di migliaia di  cittadine e di cittadini patrioti che dettero la propria vita per la libertà.
Sono consapevole del fatto che questa adesione oserei definire massiva abbia apportato l'esempio tangibile di come l'anima antifascista, cultura ideale e storica connaturata nella genesi della nostra Repubblica, sia ancora fortemente presente nella popolazione italiana.
Non solo i cittadini ma anche le istituzioni democratiche locali, in avrie espressioni e nelle varie istanze, stanno dimostrando con delibere e ordini del giorno approvati la propria opposizone ferma a un provvedimento che non solo tende a equiparare chi ha lottato per la dignità dell'Italia, vilipesa da un regime sanguinario e oppressivo, con chi, assoldato, ha offerto la propria persona al servizio di un ignobile e omocida regime fascista, servo e funzionale al mantenimento di un'occupazione feroce ed efferata nazista.
L'indipendenza del proprio Paese, la sua rigenerazione, la sua rinascita democratica, da una parte muovevano i Partigiani che hanno sofferto per la comunità e per il suo futuro; la disumanità, l'interesse privato, la corruzione, il servilismo verso il più potente hanno connotato i moventi di chi ha commesso genocidi in nome della dittatura, del totalitarismo e della follia del "predominio della razza" su altre razze e su altre persone.
La proposta che è in discussione in Palramento definisce un panorama più inquietante e più stravolgente che si palesa nella propria dietrologia: connota come l'attuale compagine governativa abbia interesse di cancellare la memoria, patrimonio collettivo, per costruire nel presente un futuro in cui possano ripetersi gli stessi errori del passato tragico, senza nessuna possibilità e senza nessuna probabilità che qualcuno possa opporsi conc oscienza in nome di un progresso sociale e civile, come i nostri Partigiani.
Eliminare la memoria significa eliminare la possibilità di autoaffermazione della collettività in nome di una coscienza verso il raggiungimento di un obiettivo inserito in un lungo percorso, costituito di sacrifici, di battaglie e di coerente idealità: la finalità dell'emancipazione dei più deboli, delle classi lavoratrici, dell'autodeterminazione politica dei popoli, della pace e del ripudio della guerra come offesa comunque e dovunque contro un altro popolo, contro l'umanità.
Il tutto è funzionale alla volontà di sovvertire i principi che sono intrisi nella memoria storica e nel passato del nostro Paese: la cultura antifascista e repubblicana, quella cultura che è stata rivoluzionaria perchè prospetta il cambiamento e la possibilità utopica e positiva di raggiungimento della liberazione universale di tutte e di tutti dalle ingiustizie sociali e civili.
Tornando al mio proponimento che ha avuto in questo appello la propria base di definizione: penso che la battaglia non possa fermarsi e non debba fermarsi con questo testo ma debba costruire un iter collettivamente avvertito come itinerario verso la democrazia reale e verso la resistenza quotidiana contro ogni tentativo di eversione delle conquiste di anni e anni di lotte e di affermazione del movimento popolare, dei lavoratori e degli operai, di tutte le coscienze civili e democratiche.
E penso che questa considerazione debba interessare tutte e tutti noi, coscienze antifasciste, che abbiamo la consapevolezza di quanto sia importante tutelare i valori di democrazia e di libertà nel momento in cui questi valori ci sono ancora nell'ordinamento, non siano del tutto eliminati, ma che siano, come oggi, messi in pericolo da un manipolo di manigoldi e di briganti scellerati e irresponsabili.

Teniamoci in contatto, non perdiamoci di vista, ma anzi, cerchiamo di rimanere in relazione affinchè da questo appello possa scaturire il percorso della nuova resistenza: quella stessa resistenza di studenti, lavoratori, operai e cittadini che hanno manifestato in piazza, dal 1946 fino a oggi, contro il terrorismo, la strategia della tensione, i pericoli di sovversione reazionaria di apparati dello stato o paralleli a esso, contro la prevaricazione di un dominio internazionale che compromette le libertà dei popoli imponendo come primaria la logica del profitto a discapito della logica dell'interesse collettivo e generale.

Sentiamoci a breve

Ti ringrazio e ti saluto
Resistere, resistere, resistere come su un'intramontabile linea del Piave
Alessandro Rizzo
proponitore dell'appello



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