Tuesday 14 November 1995 16.05.35
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From: Maurizio Rotaris
Subject: Re: Mafia oggi
Mi è sembrata interessante questa piccola ricerca sull'etimologia del termine mafia, una parola molto usata ma di cui non si conosce l'origine.
STORIA DI UNA PAROLA CHE ENTRERA' NELLA STORIA
Le origini della parola "mafia", dalla sua prima attestazione fino all'ingresso definitivo nel vocabolario italiano.
E' nella Palermo del 1658 che ci si imbatte in Caterina la Licatisa, "nomata ancor Maffia". Una fatucchiera, il cui nome compare in un elenco ufficiale di eretici riconciliati dall'Atto di Fede dell'Inquisizione Siciliana. Per la prima volta, dunque, il termine "mafia" esce allo scoperto, in forma di soprannome, a indicare la spavalderia, l'infedeltà di una strega. E, tuttavia, occorrerà attendere ancora un paio di secoli per ritrovarlo sulle pagine di un dizionario. Numerose ed assai dibattute sono le ipotesi etimologiche che ne accompagnano il cammino. L'origine araba è fra le più accreditate, nonostante la varietà delle spiegazioni che ad essa sono ricondotte: "mahias" significa sfacciato, prepotente; "ma afir" è la tribù islamica che dominò Palermo nel periodo saraceno; "maha" è una cava di pietra, una grotta (le "mafie", cave di tufo nella zona di Marsala e Trapani,
diedero rifugio ai perseguitati e ai fuggiaschi fin dai tempi dei saraceni); "mu afah" è composto da mu (salvezza salute) e afah (proteggere, tutelare); "mahfil" sta per "adunanza", "ritrovo" e, infine, "marfud" è participio passato di "ricusare", "rifiutare".
UNA PAROLA PR TUTTE LE ATTITUDINI
Un rapido sguardo ad alcuni dialetti italiani, e si scopre che in Toscana, nel '400, l'infedele, il delinquente era un "malfusso"; in dialetto fiorentino "mafia, maffia", è povertà, miseria. In piemontese, invece, il "mafiun" (o mafio, mafi) è un uomo piccolo di statura, ma anche meschino, incivile, taciturno. Il siciliano "mafiusu", "marfusu", se da una parte indica un individuo arrogante e prepotente, dall'altra può anche significare "uomo coraggioso"; "mafiusedda" è una bella donna e il venditore ambulante di frutta estoviglie gridava per strada: "Haju scupi d'a mafia! Haju chiddi mafiusi veru".
Benchè la differente etimologia dei termini siciliano e piemontese sia ormai accertata, sembra plausibile una comune derivazione di quest'ultimo, insieme con il termine toscano, dall'arabo "marfud".
ACROSTICI IMPROBABILI
Seguendo altre tracce si scoprono ipotesi sempre più azzardate. La mafia diventa sigla acrostica di un partito nazionale ai tempi dei vespri siciliani (Morte Ai Francesi Italia Anela) o di una setta segreta d'ispirazione addirittura mazziniana (Mazzini Autorizza Furti Incendi Avvelenamenti). Sul finire del secolo scorso un testo francese faceva risalire ai cavalieri dell'ordine dei Templari il culto maufais del dio Maufe: i mafiosi erano dunque sacerdoti del male. Eppoi, ancora, l'ipotesi della derivazione da un patronimico ci porterebbe sulle tracce di un tal Turiddu Maffia da Alcamo, mentre l'origine dal greco morphè spiegherebbe il significato legato ai termini "bellezza e forza". C'è poi una leggenda secondo la quale la causa che scatenò la rivolta dei Vespri nel 1282 fu lo stupro da parte di un soldato francese ai danni di una bella palermitana: l'urlo di dolore della madre "Ma fia, ma fia !" (mia figlia, mia figlia), secondo il mafioso
italo americano Joe Bonanno, venne poi adottato dal movimento di resistenza ai francesi.
di Paola Ivaldi su Narcomafie di ottobre 1995
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