Sotto "Leggere e scrivere->racconti1" c'è questo racconto di Andrea Balzarotti, che al tempo mi aveva colpito molto per la sua levità ed originalità; non ho idea se sia già contenuto nei vari .zip file, ad ogni modo lo vorrei riproporre qui. Va bene?
z
----------------------------------------------------------
Il dilemma delle calze di nylon.
24 aprile 1995
Clara si accorse della smagliatura, poco male stava per finire, erano le 6 e mezza ed il capo non aveva laria di voler fare straordinari quella sera: se si sbrigava arrivava in tempo al solito negozio. Però, che nervi , proprio quella sera, linvito a cena dai Casati, ci teneva, le altre calze, a casa, non si intonavano al vestito nuovo delloccasione, tutto diventava una corsa invece che una lunga doccia ed un maquillage lento e rilassante, tutto a perdifiato.
Entrò nel negozio che stava per chiudere, scelse le calze, due paia per sicurezza, Cé loffééérta! biascicò la commessa, frettolosa ed annoiata. Era esploso il 3X2, avevano appena finito di fare i conti, 33% DI SCONTO!!!!.......... chissà quanti erano i punti esclamativi.
Doccia rapida, make up, calma, non saranno 5 minuti di ritardo..., ci teneva a quella serata, gente nuova, una casa di lusso, la tensione che nasce dalla sensazione di un incontro: il vestito nuovo le stava a pennello, la sua figuretta snella si addolciva in una fresca sensualità.
Radiotaxi 8585, attenda prego, e giù pubblicità, anche di calze, ma erano una persecuzione quella sera. Radiotaxi 8585, attenda prego, e ancora le calze, invece del taxi, chissà perché le ricordavano sua mamma: si decise a prendere la macchina anche se non le piaceva, qualcuno che la riaccompagnava lo trovava sempre.
Al ritorno ripensava alla festa: una casa stupenda, quel terrazzo sui tetti di Milano, i mobili, i quadri, tutto straordinario. Gli ospiti meno: nel 50ennale della liberazione cera ancora chi disquisiva se AN era stata legittimata o meno! Le solite menate. Per fortuna aveva conosciuto Carlo: alto, non bello ma fascinoso, gli occhi attenti e penetranti e , soprattutto, la voce: profonda, calda e calma, quel modo di parlare ... erano stati ore a chiacchierare, di tutto, anche di calze che pure a Carlo ricordavano la mamma: gli raccontava che, con la liberazione, erano arrivati gli americani, le sigarette, il cioccolato e due cose mai viste: i chewing-gum e le calze di nylon: sempre perfettamente tese e che non si rompevano mai!
Ma se a me non durano più di due o tre giorni! aveva esclamato Carla.
Bé, forse sei un pò maldestra, ma certo ora durano poco
Perché?
Duravano troppo, e le fabbriche di calze hanno chiesto del filo più sottile, con meno denari si dice in gergo, per venderne di più.
Che orrore, tutto per fare un pò più di quattrini
Avevano parlato a lungo, in un evidente feeling, con la promessa di sentirsi lindomani, magari per vedersi ancora, la sensazione del nuovo incontro non era del tutto sbagliata, forse.
In camera le calze smagliate erano sul letto; a me durano tre giorni, mettiamo che io sia maldestra, come dice Carlo, ma alle altre non dureranno mica poi tanto di più. Azzardò un conto, era o non era una Bocconiana! 20 milioni di donne che rompono un paio di calze alla settimana ... ma faceva un miliardo di paia di calze allanno solo in Italia!
Ma che idiozia, tutto per far guadagnare il signor OMSA. Gli venne in mente quel comico, Beppe Grillo: sfascio lauto, la ricompro e il PIL aumenta, anche con le calze era così!
Immaginò la seriosissima pagina economica
Sorpresa nei dati trimestrali
INSPERATO AUMENTO DEL PIL
Notevole apporto del settore calze
E le calze rotte, dove finivano? Negli inceneritori, portate ad incenerire a TIR interi, alla faccia dellecologia.
Nel dormiveglia immaginò un titolo in cronaca:
TIR si rovescia sullautosole
NUVOLA DI CALZE SMAGLIATE ANNULLA LA VISIBILITA
Duecento tamponamenti, il signor OMSA a stento salvato al linciaggio.
Ben gli starebbe, pensò addormentandosi.
La mattina dopo le calze smagliate erano sempre li: ma questa fesseria deve finire, chiediamo una legge che obblighi a fare calze più resistenti! Ne parlerò a Carlo, ci pensava un pò troppo a sto Carlo, in fin dei conti laveva conosciuto solo la sera prima!, ma faceva parte di un circolo politico-culturale, magari ne sapeva di più, e poi era docente di fluidi qualcosa al Politecnico.
La faceva imbestialire di dover correre ogni due o tre giorni a comprare le calze per le gioia dei vari OMSA, quando ai suoi vecchi duravano un mese e più, se non inciampavano in un chiodo!
Giorno di festa, 50 anni dalla liberazione, rassettò un pò la casa.
Squillo del telefono, si sforzò di controllare la voce .... la mamma vieni a colazione? Volentieri, ma non presto .... sai vorrei fare un pò dordine si giustificò.
Non sapeva più cosa fare, oramai era luna passata, si avviò per uscire, uno squillo. Era lui, proponeva un giro fuori città nel pomeriggio, magari sul Ticino vista la bella giornata.
Camminando nei prati, quasi al tramonto, una spina le smagliò la calza. Parlò della legge per le calze più robuste.
Certo, è una bella idea la voce calda di lui le entrò fino nellanima ed anche un controllo facile, forse basterebbe pesarle: una calza almeno tanti grammi, un collant tantaltri tacque, divenne pensieroso, ma tutti quelli che fanno le calze, le imballano, le trasportano, le vendono, che lavoro faranno?
Non ci aveva pensato: più ecologia, meno sprechi, più disoccupati.
Accidenti!
La mano di Carlo le accarezzava i capelli nell'ultima luce del crepuscolo, Un bel dilemma sospirò.
Il dilemma delle calze di nylon aggiunse Carlo, anzi: the nylon socket dilemma che, in inglese, fa più effetto. e le chiuse la bocca.
Col primo bacio.
|
|