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Home Page  •  parliamo di RCM  •  Fondazione RCM  •  RappresentanteinCdA LD  •  Message
 
  Saturday 27 April 2002 18:38:20  
From:
Paolo Romeo   Paolo Romeo
 
Subject:

L'assemblea della Fondazione era(Re: con questi candidati......)

 
To:
RappresentanteinCdA LD   RappresentanteinCdA LD
 
Rigiro alla conferenza della rappresentante dei partecipanti in CdA, il contributo che avevo postato prima dell'assemblea della Fondazione.
Se anche Sandro è d'accordo rigirerei il thread completo poichè sarebbe a mio avviso un inizio di dibattito e di costruzione in positivo.

Ciao
Paolo

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Quest'assemblea cade in un momento particolare. Il Comune, concludendo un percorso di disimpegno, rispetto a Rete Civica di Milano, si è rivolto con le proprie strutture ai Cittadini ed ha accompagnato questa sua politica dispiegando una campagna pubblicitaria il cui costo da solo avrebbe potuto consentire a Rete Civica di Milano un rinnovamento totale.

Credo che la Fondazione debba porsi nell'ottica di far diventare Rete Civica di Milano una struttura capace di essere un interlocutore credibile ai soggetti che costituiscono la nostra città : i cittadini, le associazioni, le imprese, i servizi ed enti pubblici, l'informazione locale.

Ai Cittadini Rete Civica dovrebbe essere in grado di offrire spazi per diventare direttamente interlocutori con l'amministrazione pubblica ma anche spazi per auto-organizzarsi in base ai propri interessi costruendo quella coesione sociale e quella crescita culturale che è la premessa per avere una crescita nella collettività cittadini di attenzione verso gli altri e di apertura mentale.

Alle Associazioni credo che Rete Civica stia già offrendo i propri servizi con competenza e creatività. E' una strada che andrebbe maggiormente valorizzata poichè le associazioni rappresentano un orgoglio per la nostra realtà cittadini. Le associazioni oggi hanno molti problemi : dai problemi degli affitti elevati al problema dell'accesso ai media.

Le Imprese non sono diventate ancora, a mio avviso, un interlocutore di RCM. In particolare penso alle piccole e medie imprese che pure hanno l'esigenza di offrire al proprio mercato (locale e non) strumenti di pagamento accessibili, strumenti di informazione. RCM potrebbe trasformarsi maggiormente in struttura della coesione economica attivando progetti ad hoc. La crescita delle imprese, di pari passo con la crescita sociale, sono la base della crescita di benessere collettivo in una società come la nostra.

Nell'ambito del mondo delle imprese uno spazio a parte, forse più importante per i suoi risvolti, andrebbe dedicato al settore del no-profit. Strettamente connesso agli altri temi (cittadini, Associazioni, Enti Pubblici) riassume in sè le caratteristiche di spazio dei diritti, della crescita economica e nel contempo della crescita sociale. Oggi che le città ma più generalmente le società occidentali hanno alcuni problemi che le accomunano (forte presenza di anziani, continuo flusso di immigrazione, consapevolezza dei diritti dei consumatori, privatizzazione di servizi prima erogati da enti pubblici) lo spazio del no-profit dovrebbe essere valorizzato maggiormente.

La costruzione di un portale del no-profit cittadino (analogamente a quanto si sta facendo per le Associazioni) dovrebbe essere inserito a mio avviso negli obiettivi strategici di RCM.

Abbiamo inoltre la fortuna di ospitare la conferenza della Camera di Commercio, a mio avviso sottovalutata per il ruolo che potrebbe avere nella città. Agli operatori della Camera di Commercio occorrerebbe, a mio avviso, proporre un coinvolgimento maggiore nella costruzione di uno spazio impresa di maggior peso e gestita con la loro abituale e unanimente riconosciuta competenza.

Infine, a Milano operano Banche, Associazioni di categoria imprenditoriale.... ecc... Credo occorra sviluppare una strategia di coinvolgimento nella costruzione dello spazio imprese di associazioni come la Confesercenti, la Confederazione Nazionale dell'Artigianato, le associazioni di commercianti di quartiere, ecc... ed anche di coinvolgere quelle banche che intendono privilegiare un rapporto con le piccole e medie imprese, con l'artigianato, con il no-profit e con i cittadini attraverso prodotti con valore etico.

Servizi ed enti pubblici. Gli enti pubblici della città , con il disimpegno del Comune, sono meno presenti in Rete . Tuttavia è sbagliato limitarsi a concepire il pubblico facendo coincidere con il Comune. Oggi bisognerebbe intendere "il pubblico"  ragionanando in termini di servizi pubblici, anche erogati da o a enti privati  e singoli cittadini. Proporrei su questo di sviluppare un qualche ragionamento approfondito magari in accordo con le associazioni dei consumatori. Attivando con loro spazi dedicati alla valutazione del valore (scusate il bisticcio di parole) che questi servizi pubblici danno realmente.

Nella nostra città vi sono, ad esempio, molte strutture che erogano servizi pubblici a cui forse RCM non si è mai rivolta : Ospedali, Ambulatori, Farmacie, Servizi di Pronto Soccorso (ambulanze,...) ecc..., vi sono servizi pubblici erogati da enti privatizzati e vi sono servizi pubblici non necessariamente rivolti agli esseri umani (penso ad esempio alle cliniche per animali, che spesso ignorati, riempiono la nostra vita).

Vi sono però anche spazi amministrativi pubblici non adeguatamente valorizzati : aprire alla pubblica amministrazione significa anche, valorizzare ciò che i singoli amministratori pubblici fanno, al governo o all'opposizione, dando loro spazio e ambiti in cui confrontarsi con i cittadini ma anche cambaire i nostri punti di riferimento passando dal Comune (che ormai è noto , ha lasciato Rete Civica ) alle Zone. Vorrei segnalarvi l'ottica metropolitana che la nostra città ha o dovrebbe avere. Le singole zone della città oggi sono grandi quanto le città principali della Lombardia in una città che produce nella sua area metropolitana circa il 7% del prodotto nazionale lordo. Occorrerebbe smetterla di pensare al Comune come unico ente amministrtivo di riferimento e cominciare a pensare alla metropoli,  Zone di Milano anzitutto. Ad esempio pensare ad offrire alle zone un luogo di informazione su ciò che fanno nello stesso modo in cui un Comune di grandi dimensioni vorrebbe informare la sua cittadinanza.

Servizio pubblico significa infine anche valorizzare maggiormente il peso del mondo della formazione scolastica ma anche valorizzare maggiormente il peso della formazione permanente da offrirsi ai privati ma anche alle imprese. Spesso anche grandi aziende, hanno difficoltà ad offrire servizi ai propri dipendenti per corsi di aggiornamento oppure lo fanno con dispendio di mezzi e risorse. Le competenze acquisite da RCM in relazione alla formazione potrebbero essere spese anche a favore delle imprese.

L'Informazione locale  che ha rappresentato a lungo una caratteristica della vita dei quartieri, viene curiosamente ignorata nei contesti che invece potrebbero valorizzarne l'esistenza. RCM potrebbe proporre ai giornali di zona un momento di incontro e di riflessione sul futuro della stampa locale e sugli strumenti che attraverso la telematica potrebbero consentire a questi giornali di diventare sempre più efficienti, utili e diffusi.

Le esigenze della stampa locale vanno dall'ottimizzazione dei costi per copia all'acquisizione della pubblicità, dal reperimento di risorse umane volontarie che scrivano alla crescita professionale di chi vi opera poichè spesso non basta la buona volontà. Ma poichè un giornale è fatto di informazioni e quindi di flusso continuo di notizie fresche RCM potrebbe dare una mano concreta anche sviluppando un servizio condiviso con i giornali di gestione di informazioni locali, ma su questo argomento ne potremmo parlare quando i giornali locali ed RCM ritroveranno attorno ad un tavolo.

Conclusioni.

Ho voluto, in queste poche parole, gettare un sasso a favore di una riflessione sul futuro di RCM.

Lo spazio dato alle singole conferenze a mio avviso è importante, ma occorre che RCM si doti di percorsi strategici nei quali inserire lo sviluppo delle nuove conferenze ed un ripensamento sulle conferenze attuali. Ciò che è in gioco non è tanto l'accesso di quelle persone che già c'è in RCM ma l'accesso delle nuove persone e l'attivazione di interesse di quelle che invece, disinteressate ai temi su cui spesso ci si concentra non trova utile nemmeno impegnarsi in molte conferenze che invece hanno una loro utilità.

Uno dei valori di RCM è lo spazio dato alle ed agli aderenti per lo sviluppo di spazi basati sugli interessi, è un valore che se limitato alla costruzione di orticelli rivolti all'interno non basta, anzi può divenire controproducente. Se non si entra almeno in parte nell'ottica dell'insieme, inteso come volontà progettuale comune, le conferenze parleranno unicamente a sè stesse, a chi le costituisce e agli amici o nemici che occasionalmente le frequentano.

Diversamente credo che la costruzione di una conferenza, di un progetto, di un'iniziativa debba essere occasione di valorizzazione anche per altre conferenze, progetti o iniziative ed il tutto visto nell'ottica che il bene della conferenza singola e di RCM debbano coincidere e questo vale anche per gli impegni progettuali.

Ai soci della Fondazione capita raramente di ritrovarsi per parlare dei problemi e delle questioni di RCM e della Fondazione. A mio avviso occorrerebbe moltiplicare le occasioni di incontro rendendole meno connesse alle votazioni e più connesse invece alla discussione sulle strategie e sui contenuti.

Occorre quindi, per concludere, che gli aderenti alla Fondazione acquisiscano  l'esigenza di essere presenti in prima persona nei momenti progettuali e quindi nella volontà di far crescere RCM. Chi impegna parte della propria vita a far crescere RCM dovrebbe essere cosciente che parte di questo impegno deve destinarlo a costruire con altri una mentalità comune che è l'unico modo di costruire sul serio uno spazio che diventa comunità. E' l'unico modo, non ne conosco altri




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