Paolo Romeo scrive:
Le Imprese non sono diventate ancora, a mio avviso, un interlocutore di RCM. In particolare penso alle piccole e medie imprese che pure hanno l'esigenza di offrire al proprio mercato (locale e non) strumenti di pagamento accessibili, strumenti di informazione. RCM potrebbe trasformarsi maggiormente in struttura della coesione economica attivando progetti ad hoc. La crescita delle imprese, di pari passo con la crescita sociale, sono la base della crescita di benessere collettivo in una società come la nostra.
Su RCM e le imprese: da febbraio circa sto presentando RCM a un certo numero di imprese piccole e medie, ma la risposta è molto bassa (probabilmente una di queste sponsorizzerà RCM entro giugno - Oliverio, cuntent? -, lo dico pubblicamente perché ho avuto assicurazione dall'amministratore delegato con cui ho un buon rapporto, ma questo solo perché quel signore condivide lo spirito di RCM così come glielo ho illustrato, ha un forte senso della comunità e ha capito il significato di telematica civica, quindi è un po' un outsider ...), e il motivo di questa bassa risposta è ovvio, si tratta di aziende con un mercato non locale, per le quali RCM è troppo limitata, per le quali esistono altri strumenti ben più integrati ed efficaci (appartenenti all'area CRM, Customer Relationship Management).
Altro discorso si potrebbe forse fare con "aziende" locali, artigianali, la cui clientela sia limitata al territorio metropolitano, o per aziende B2C (business to consumer) che abbiano nell'area metropolitana milanese molta parte dei loro possibili clienti. E' però ovvio che in questo caso bisognerebbe coinvolgere anche un istituto di credito per la gestione delle transazioni finanziarie on line, e qui la faccenda si complica enormemente. Il fallimento, poi, di imprese analoghe mi rende comunque molto pessimista.
Forse l'unica cosa che potrebbe essere applicabile a breve è presentare a piccole imprese locali RCM come strumento di informazione, ma questo presuppone come contropartita un'audience molto elevata, cosa che RCM in questo momento non ha.
Limiterei quindi - nel breve-medio periodo - le nostre energie (che sono limitate) all'ambito no-profit, ambito più legato agli altri temi di RCM (cittadini-associazioni-enti pubblici, come dice Paolo), dove invece vedo delle opportunità.
Sugli altri temi toccati da Paolo: sono argomenti su cui nel passato abbiamo discusso molto, ARCM era nata anche per questo, se qualcuno se lo ricorda. Magari fosse arrivato il momento di attivare almeno uno studio di fattibilità!
Saluti
Sandro
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