Ormai è trascorso un anno da quando ho cominciato a scrivere in RCM.
La registrazione è avvenuta d'ufficio a febbraio 2002, ma poi per puro caso, a fine giugno dello scorso anno, sono approdata a due conferenze di cui nulla sapevo e che mi hanno "succhiato" sangue ed energie.
Senza bene capire come, mi sono ritrovata in mezzo ad uno psicodramma da cui sono faticosamente uscita solo qualche mese fa (o almeno lo spero, incrocio le dita che non si sa mai).
Non cercavo nulla di speciale, in questa Rete, ma sono stata messa nella condizione di volere qualcosa, e alcune persone con più esperienza di me hanno saputo concretizzare questa volontà.
Di che si tratta ? Beh, di uno spazio per discutere di una realtà che in RCM è mostrata solo con un segno negativo. C'era, se ne parlava, ma solo in un modo. Io ho voluto parlarne in un altro.
Per mesi mi è parso di affrontare una tormenta, e non ne vedevo mai la fine. Questo anche perché conoscevo poco i meccanismi di RCM, e non è una bella cosa se si vuole tentare un'operazione "politica". Ho dovuto compiere un apprendistato, ed è stato difficile.
Cosa vorrei fare.......Vorrei usufruire meglio delle aree di divertimento, di chiacchiera e di svago. Le ho scoperte tardi, non mi piacciono tutte, ma alcune sono proprio divertenti e stimolanti. Spesso mi dico che dovrei astenermi dalla partecipazione attiva, perché purtroppo sono priva di umorismo. È un difetto enorme, e me ne dispiaccio parecchio. Però poi qualche volta mi faccio coraggio e scrivo qualcosina, così, tanto per far parte di un gruppo attivo in una conf.
Cosa farò..... Modero due conferenze strettamente legate l'una all'altra. Sono molto orgogliosa di loro e del lavoro che ci sta dietro, della collaborazione con i miei co-moderatori. Abbiamo creduto che il progetto fosse importante per questa Rete, e forse lo è stato. Non credo comunque all'eternità di queste esperienze, e quando sarà il momento lascerò.
Sono stata vaga ? Lo sono stata volutamente. Mi premeva far emergere un concetto: la volontà. Volontà è potere. È qualcosa che sta in noi. Non delirio di onnipotenza, ma proprio il credere fermamente in/a qualcosa o in/a qualcuno e lottare per essa.
In RCM ho anche avuto la fortuna di fare delle conoscenze e di costruire delle amicizie, durante la tormenta. Ho sperimentato delusioni e disillusioni, scontri, ho provato amarezza e incredulità. Tutti sentimenti reali, non c'è stato nulla di virtuale.
Non credevo che l'esperienza sarebbe durata così a lungo, eppure dopo un anno sono ancora qui. Quello che volevo fare, l'ho fatto. E posso dirmi contenta del risultato.
Amoha
|
|