Ecco un estratto di quanto Giuseppe Caravita ha scritto su "Il Sole24Ore" di Venerdi' 12 marzo 1999, pag. VI
Dal Canada otto programmi per creare diecimila reti civiche
[...] Canada: "Che, da almeno un paio d'anni, ha avviato una serie di programmi per rendere Internet un servizio universale per tutti i canadesi" dice Michael Gurnstein, docente di Technology management all'Universita' di Cape Breton. E dove spicca, tra le otto iniziative federali di "Connecting Canadians", il Cap, l'ambizioso Community access programm gestito dal dipartimento dell'industria: "Entro l'anno prossimo prevede l'avvio di cinquemila punti civici di accesso pubblico a Internet nelle aree rurali e altri cinquemila nelle citta' canadesi". In pratica altre diecimila "community networks" locali-globali che si aggiungeranno al gia' fitto reticolo di reti civiche canadesi (piu' di un centinaio) fino a coprire l'intero e vasto territorio del Paese".
Un progetto-Paese, come si vede, centrato sulle Reti Civiche.
(Sul sito www.ilsole24ore.it/informatica un dossier Web con numerosi approfondimenti sulle reti civiche in Italia e all'estero). Un progetto che Gurstein ha esposto a Milano nel corso di un seminario sullo "sviluppo locale generato dalle reti civiche" organizzato dalla Fondazione RCM (Rete Civica di Milano) e dalla Regione Lombardia. "Gia' oggi - continua Gurnstein - sono attivi circa tremila siti di accesso, o Telecenters, finanziati ciascuno con prestiti standard di 30mila dollari canadesi. Questi centri fanno formazione, sviluppano siti Web, aggregano comunita' locali, alcuni stanno evolvendo verso lo status di centri servizi che si autosostengono, per esempio, con l'housing dei siti Web della pubblica amministrazione locale. E soprattutto i Telecenters stanno facendo rete fra loro".
Ma l'aspetto chiave, secondo Gurstein, sta nel fare massa critica intorno alle reti civiche. E' il caso, per esempio, di Cape Breton, una penisola nel Nord del Canada in cui nel 1700 vennero deportati dagli inglesi i patrioti scozzesi dopo la disfatta di Culloden Moore. "Da anni - continua - Cape Breton e' un'area depressa, che ha visto chiudere la sua industria mineraria. Per questo il Governo della nuova Scozia vi ha stabilito un incubatore, e poi un telecenter. Fino a un fenomeno straordinario. Cape Breton e' infatti il luogo dove si e' meglio conservata l'antica musica scozzese. Di qui un primo forum su Internet, poi un sito Web. Con l'avvio di un flusso di turismo musicale dalla stessa Scozia. E quindi la pubblicazione dei primi cd da parte di una piccola casa editrice finanziata dall'incubatore. Oggi Cape Breton ha regolari festival musicali piuttosto affollati; ha il maggiore portale Web sulla musica scozzese antica; la casa discografica vende via rete".
La stretta collaborazione tra l'Universita', con i suoi studenti impegnati nello sviluppo del telecenter, l'incubatore e gli artisti locali ha quindi dimostrato il potenziale di una rete civica, nata come semplice lista di discussione e ora cresciuta "al ruolo di una sorta di Community enterprise network - dice Gurstein - ovvero la fase in cui la rete comincia a creare, dalla comuntia' stessa, un solido e nuovo valore economico".
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