CENNI SULLE ORIGINI DELL'INDUSTRIALIZZAZIONE IN LOMBARDIA |
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L'inesistente
mercato nazionale, uno dei presupposti principali allo sviluppo della
produzione a livello industriale, è tra le ragioni di fondo, ma non la
sola naturalmente, del ritardo dell'Italia, nel XIX° secolo, verso lo
sviluppo industriale. "La
divisione in minuscoli corpi politici di tutta la penisola e
l'impenetrabile isolamento economico in cui essi si chiudono, creano, già
nell'ordine delle condizioni materiali, due ostacoli insormontabili allo
sviluppo dell'industria, i quali sono la ristrettezza del mercato interno,
ed un sistema doganale che perviene, in tale situazione, a un grado di
oppressività paradossale.... Era l'Italia una casa nella quale, come ebbe
a dire il Correnti, gli usci per cui s'avrebbe avuto a passare d'una in
altra camera, erano più gelosamente sbarrati che non le esteriori porte
d'entrata".[1] Le
contraddizioni nazionali emersero con chiarezza al momento della
unificazione, nel 1861, con uno stato ancora essenzialmente agricolo, con
pesanti eredità feudali, e profondamente arretrato nelle sue strutture
produttive. Erano
le industrie tessili, seriche, della lana e del cotone, quelle di maggiore
importanza, mancando quasi completamente quelle siderurgiche, meccaniche e
chimiche, orgoglio delle altre nazioni europee che si apprestavano a
realizzare il salto verso la seconda rivoluzione industriale. Le
condizioni strutturali che sono fondamento della creazione di una base
industriale in Italia, si realizzeranno concretamente soltanto tra la fine
del XIX° secolo e la prima guerra mondiale, con un processo tutt'altro
che omogeneo, concentrato prevalentemente nell'Italia settentrionale. Risale
agli ultimi due decenni del secolo scorso il modello di sviluppo adottato
dalla borghesia lombarda, molto prima di altre regioni del nostro paese,
che è simile a quello delle altre nazioni dell'Europa industriale,
favorito da una concomitanza di fattori territoriali, politici, economici
e sociali. Ad
esempio il fattore geografico emerse con chiarezza dopo il 1880 con
l'apertura della galleria Gottardo. "La
posizione geografica della Lombardia, che la poneva in stretta relazione
con la zona più industrializzata d'Europa, e l'atteggiamento
particolarmente sensibile degli industriali lombardi al problema
dell'aggiornamento tecnologico, furono due fattori di indubbia importanza
per la creazione delle premesse di base per un decollo industriale".[2] Esso
avvenne in modo decisivo quando si risolse il problema energetico,
sfruttando l'elettrificazione, di avere la forza motrice necessaria alla
produzione industriale. "La
legge 1884 sull'utilizzazione delle acque era molto liberale, e così
anche le principali industrie lombarde si organizzarono. verso la fine del
secolo scorso, con le proprie centrali che fornivano la forza motrice agli
opifici e l'elettricità ai paesi del proprio circondario. La diffusione
dell'elettricità fu un fenomeno di estrema importanza e determinò la
definitiva liberazione del paese da uno stato secolare di inferiorità
economica e agì come elemento moltiplicatore dello sviluppo
industriale".[3]
[1]Rodolfo Morandi "Storia della grande industria in italia" [2]M.V. Lozito "Immagini di storia lombarda, l'industrializzazione" [3]M.V. Lozito op.cit.
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