L´INTERVISTA
Il consigliere regionale dell´Italia dei valori: "Conosce i problemi degli ultimi e l´alta finanza"
Zamponi: per il sindaco 2006 il candidato ideale è Pisapia
"La partita si gioca su tre temi: la giustizia, la sanità e la famiglia Dal Pirellone lavorerò per capire la città"
LAURA ASNAGHI
da Repubblica - 17 aprile 2005
Stefano Zamponi, lei è l´unico consigliere eletto in Regione per la lista Italia dei valori, nata con Di Pietro. Che piano avete per le Comunali del 2006?
«Vogliamo dare a Milano un buon sindaco. Che tradotto significa: una persona affidabile, che rispetti il programma presentato agli elettori. E che non abusi del suo potere».
Ha già in mente un nome?
«Giuliano Pisapia che figura come indipendente nella lista di Rifondazione comunista. Lui ha tutta la nostra stima».
Perché?
«Innanzitutto è una persona competente. Conosce i problemi e i disagi di chi vive nei grandi quartieri di Milano. Sa interpretare e sostenere i loro bisogni. E, in più, è un professionista che si muove bene anche negli ambienti dell´alta finanza».
E quale programma gli affidereste?
«Nel nostro Dna c´è la questione della giustizia e dunque il rispetto della legalità in tutti i settori. E come sempre ci sta a cuore la lotta agli sprechi e alle ruberie».
Per la serie "Mani pulite" non finisce mai.
«Noi diciamo che dopo la repressione deve seguire la fase in cui si fa prevenzione. E si educa la gente a usare bene i soldi pubblici».
E quale sarebbe il programma di rieducazione che volete lanciare?
«Premesso che in giro ci sono ancora molti politici sensibili alle sirene della corruzione, bisogna fare in modo di neutralizzarli».
Sì, ma come?
«Uso una metafora. Oggi la legge antifumo mette al bando le sigarette in ufficio. Ma se gli impiegati di una certa azienda si mettono d´accordo fumano senza problemi e se ne fregano della legge. Ma per ribaltare queste situazioni basta un solo bastian contrario che si oppone, che mette un cuneo nell´ingranaggio. Bene, questo è quello che noi vogliamo fare».
Davide contro Golia?
«Perché, no? Noi siamo un piccolo partito. A Milano città non siamo andati oltre l´1,7 per cento e io solo sono stato eletto in Regione e prometto che farò la mia parte. Il mio lavoro al Pirellone servirà a capire come ci potremmo muovere a Palazzo Marino se solo la gente ci votasse».
Ha già in serbo qualche "azione spettacolare"?
«Sì, ed è mirata sulla sanità, il cavallo di battaglia di Formigoni. Ha sempre sostenuto che i conti degli ospedali e delle Asl sono a posto. Ma chissà perché il "libro mastro" non l´ha mai mostrato all´opposizione».
Oltre alla sanità, quali sono gli altri temi caldi che intendete mettere nel vostro programma?
«Quando parliamo di legalità, ci riferiamo anche al rispetto dei diritti dei lavoratori dell´Alfa Romeo. La Fiat non può sottrarsi agli impegni presi, promettere posti di lavoro poi, senza rendere conto a nessuno, smantellare tutto e lasciare in mezzo alla strada centinaia di lavoratori. Su queste cose non si scherza. Ma lo stesso vale con lo strapotere delle grandi reti distributive che hanno distrutto il tessuto delle piccole botteghe. E poi c´è tutto il discorso la famiglia e le donne in particolare».
Vale a dire?
«Oggi chi vuol fare un figlio ha un problema. Quello della mancanza di strutture di sostegno. Gli asili nido, tanto per citare un esempio, oltre ad essere pochi sono costosi. E così molte donne sono costrette a lasciare il lavoro per accudire il figlio. Ma perché allora non si investe di più su queste strutture?»
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