L´INTERVISTA
Il capogruppo dei Verdi: "Siamo più forti perché ci occupiamo dei problemi concreti"
Baruffi: serve un sindaco che sappia difendere la gente
il nome Non ha nessuna importanza adesso Ma se non si trova presto un accordo meglio le primarie
il candidato Deve essere l´opposto di Albertini, uno che abbia voglia di salvaguardare anche un solo albero...
LAURA ASNAGHI
da Repubblica - 11 aprile 2005
Si sentono forti e galvanizzati. La vittoria ottenuta a Milano ha fatto un gran bene ai Verdi. Sono passati da un 2,7 delle europee al 4,2, un risultato eccellente, mai raggiunto negli ultimi dieci anni. «Abbiamo fatto un pieno di energia, naturalmente pulita e super ecologica - scherza Maurizio Baruffi, il capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino - e, in vista delle Comunali del 2006, siamo già pronti a scendere in campo con una lunga maratona».
Il vostro candidato sindaco?
«Più che un nome preferisco rispondere con un identikit»
Dica pure.
«Il sindaco che noi Verdi è l´anti-Albertini per eccellenza. L´uomo a cui puntiamo deve avere grosse capacità di ascolto e saper condividere i problemi. Insomma, deve essere vicino alla gente. Il modello aziendalista portato a Palazzo Marino da Albertini non ha funzionato. Anzi, è stato fallimentare».
Ma in alternativa ad Albertini già circolano nomi illustri. Ce n´è qualcuno che rispecchia il vostro identikit?
«La lotteria dei nomi è un gioco che non ci fa impazzire e ne stiamo volentieri alla larga».
Quindi niente preferenze per Veronesi, Penati, Ferrante, solo per citarne alcuni?
«Nessuna preclusione nei confronti di queste persone, tutte ottime e valide».
E, allora, come scegliere il candidato alla poltrona di sindaco?
«La nostra ricetta è chiara e semplice. Da qui all´autunno si lavora seriamente insieme alle associazioni, ai comitati che operano sulla città di Milano e i partiti della sinistra. E il candidato sindaco deve essere il frutto di una scelta e di un lavoro condiviso da tutte queste forze».
Scusi, Baruffi ma lei i partiti li ha messi al terzo posto dopo le associazioni e i comitati. Come mai?
«Per fare il bene di Milano ed essere in sintonia con i bisogni reali bisogna stare in mezzo alla gente, agire insieme alle associazioni e ai comitati che nascono spontaneamente sul territorio. Noi siamo stati premiati dagli elettori proprio perché abbiamo intercettato tutte le sofferenze di questa città e della gente che vive lontana dai palazzi della politica. E siamo diventati i loro paladini, i loro difensori».
Cosa ne pensate delle primarie?
«Mi auguro che il lavoro che faremo da qui all´autunno servirà a fare scelte condivise da tutti, candidato compreso. Altrimenti non ci resterà che ricorrere alle primarie».
Quali saranno i vostri cavalli di battaglia?
«Il primo, più immediato, è quello per il referendum di giugno sulla fecondazione assistita. Daremo l´indicazione di andare a votare e sostenere la causa di chi non potendo avere un figlio chiede di ricorrere alla fecondazione, come si fa in tutti i paesi civili. Poi ci concentreremo su Milano, una città che è ridotta a una macchina da soldi, tagliata a misura degli interessi delle finanziarie e degli immobiliaristi. Il verde è stato penalizzato, la politica antinquinamento è praticamente inesistente e ridotta a una pura questione meteorologica. Le macchine assediano la città ma di potenziare i mezzi pubblici e di favorire le bici con piste ciclabili non se ne parla neanche».
Quindi cosa proponete?
«La forza dei Verdi sta nella loro serietà e coerenza. Da sempre ci battiamo per un piano di "inquinamento zero" che significa combattere tutte le fonti che ammorbano l´aria. Dagli impianti di riscaldamento alle auto. Da questo ne deriva la nostra richiesta di "più mezzi pubblici e più bici" per rendere l´aria pulita e respirabile. Non solo. A distanza di vent´anni, riproporremo il referendum per la chiusura del centro storico»
E per il verde, che farete?
«Come abbiamo dimostrato, stando a fianco dei comitati sorti nei quartieri, per noi la difesa anche di un albero è importante. E´ un modo per frenare la corsa al cemento che già abbonda in questa città. Chiederemo più giardini in tutti i quartieri. Non basta qualche parco periferico a soddisfare la fame di verde dei milanesi».
I Verdi parlano di un "nuovo modo di gestire" la città. In cosa consiste?
«Dobbiamo partire da una constatazione. Milano era la città simbolo del lavoro. Ora non lo è più. È la città del precariato, dove la gente non ha più diritti e certezze. Mancano asili nido per i bambini, i fondi per la cultura sono ridotti al minimo, le periferie dimenticate e fare sport è diventato un lusso. Gestire in modo nuovo Milano significa pensare ai milanesi, a chi in questa città ci vive e vuol e ritrovare la certezza di un lavoro ma anche il piacere di viverci».
Certo, non sarà facile mandare in porto questo programma in tempi di crisi economica.
«Non è vero. Se si inverte la rotta e si fanno gli interessi della gente i soldi si trovano, eccome».
A proposito di "rotte che si invertono", ci sono parecchi esponenti di Forza Italia che stanno passando al centrosinistra.
«Sono liberi di farlo ma la campagna acquisti dei transfughi del centrodestra, a noi Verdi non mi piace per niente».
Maurizio Baruffi
Consigliere Comunale di Milano
www.ilbaruffi.it 0288450208-9
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