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  Tuesday 19 April 2005 16:28:37  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

«Arcigay, il Pacs entri nel programma dell’Unione»

 
To:
club dell'ulivo   club dell'ulivo
 
L'UNITA' - 06.03.2005
«Arcigay, il Pacs entri nel programma dell’Unione»
di Delia Vaccarello


BOLOGNA Piero Fassino appoggia con decisione la richiesta di Arcigay di sostenere il patto civile di solidarietà che regola le unioni di fatto, omosex ed etero, e si impegna affinché diventi programma dell’Unione. Arcigay attende atti concreti: se non ci saranno, sceglierà proprie forme di rappresentanza politica. Riconoscendosi come forza, e non più minoranza, la più grande associazione omosex italiana che celebra a Bologna il suo ventennale fa sentire il suo peso. Il tempo per una risposta nei fatti da parte della politica sta per scadere: questo il senso. «In venti anni la società italiana ha conosciuto un processo di laicizzazione, Arcigay è stata protagonista e soggetto essenziale nella battaglia per i diritti civili»: il segretario dei Ds, Piero Fassino, ieri nel corso della seconda giornata del congresso nazionale di Arcigay, ha riconosciuto il ruolo centrale dell’associazione. Che i diritti civili stiano a cuore oggi ai Ds è chiaro: un dipartimento ad hoc è stato affidato a Luigi Manconi. «Non si tratta più di un intervento demandato a petizioni di principio ­ ha segnalato Franco Grillini ­ Si inaugura uno strumento organizzativo permanente dentro il partito». Entrati i diritti civili nel corpo vivo della Quercia, resta aperta la questione del Pacs, patto civile di solidarietà, su cui l’assemblea di Arcigay ha chiesto a Prodi un segnale chiaro. Fassino è risoluto. Considera priorità arrivare ad avere uno strumento giuridico di riconoscimento delle coppie di fatto: «Occorre utilizzare quest’ultimo anno di legislatura per portare a casa il Pacs. Se non sarà possibile ci batteremo perché il Pacs sia uno dei punti programmatici della coalizione di centro sinistra».
Aurelio Mancuso, segretario nazionale Arcigay e candidato alle regionali in Lombardia, rilancia: «La nostra pazienza ha un limite. Entro le politiche del 2006 il centro sinistra e anche il centro destra devono pronunciarsi in modo inequivocabile. Vogliamo atti concreti». Altrimenti? «Questa associazione valuterà anche l’ipotesi di costruzione di proprie e dirette forme di rappresentazione politica». Con centomila iscritti, 95 tra circoli politici e ricreativi di cui il 60 per cento al nord, un incremento di donne e di stranieri, l’associazione ha i numeri per farsi sentire e rappresentare gli omosex, cioè il 5% della popolazione, cui si uniscono i simpatizzanti. «La nostra lotta intercetta gli ideali di libertà di una maggioranza democratica e laica», sottolinea Grillini. Arcigay considera il Pride nazionale di Milano, che si terrà in giugno, l’ultima «chiamata». Intanto le posizioni si fanno più nette. «Il Pacs non è mediabile neanche per Gayleft», dice Andrea Benedino, portavoce della consulta omosex Ds e aggiunge: «Sono molto soddisfatto delle parole di Fassino, ma se Prodi non accoglierà il Pacs ne trarremo le conseguenze nel nostro agire politico».
Nella prima giornata Monica Frassoni, presidente del gruppo verde al parlamento Europeo, aveva annunciato dall’Europa una spinta forte a che il Pacs entri nel programma del centro-sinistra italiano. Gigliola Toniollo, parlando a nome di tutta la Cgil, aveva detto che Epifani e il sindacato intero condividono la proposta; come Alfonso Pecoraro Scanio, per i Verdi, mentre Katia Bellillo aveva ricordato che i Comunisti italiani hanno come parte integrante del programma la difesa dei diritti delle persone omosex e trans. Oltre lo schieramento, i radicali di Capezzone hanno ribadito sostegno e impegno per il rispetto dei diritti civili.


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