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  Wednesday 20 April 2005 12:19:26  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

TRAVAGLIO - Se la Lega di Salvini perde la memoria

 
To:
club dell'ulivo   club dell'ulivo
 
SALVACONDOTTO
Se la Lega di Salvini perde la memoria
MARCO TRAVAGLIO

da Repubblica - 20 aprile 2005

Dunque, alle celebrazioni per il 25 aprile a Milano ci sarà Berlusconi, ma non An, e nemmeno della Lega Nord. E´ la conferma che di questa gente non si riesce mai a pensare abbastanza male. Esistono sempre margini di peggioramento. E´ peggiorato il Cavaliere, che per dieci anni, nel giorno della Liberazione, aveva sempre altro da fare: se stavolta parteciperà alla giornata al fianco di Ciampi è perché non è mai stato così debole, e tenta un disperato blitz "ecumenico" per scrollarsi di dosso polemiche che fino a qualche mese fa non gli avrebbero fatto né caldo né freddo. È peggiorata An, che si era accreditata come destra di governo moderna e gollista e non più fascista, dopo una serie di passaggi anche traumatici: dal congresso di Fiuggi che riconobbe il valore intrinseco dell´antifascismo come valore fondante della Repubblica e della Costituzione, al discorso di Fini a Gerusalemme (novembre 2003) sul fascismo "male assoluto". Ora, contrordine. Anzi, retromarcia su Roma. Ci tocca assistere a un Parlamento sequestrato per votare la pensione di guerra ai repubblichini, equiparati ai partigiani. E persino sopportare le battutine di Ignazio La Russa, che è il numero due di quel che resta di An: «Il 25 aprile di solito rendo omaggio al campo 10 dove sono sepolti i caduti della Repubblica Sociale. I partigiani? I privati fanno quello che vogliono».
SEGUE A PAGINA IX


SE LA LEGA PERDE LA MEMORIA
Come se la festa della Liberazione fosse un fatto privato, un compleanno o un onomastico di questo e quello. La Russa aggiunge che lui ha «di meglio da fare» e che «il 25 aprile non è una festività obbligatoria, come non lo era il sabato fascista». Intanto il padre nobile di An, Domenico Fisichella, è di fatto fuori dal partito.
Ma il peggio del peggio accade nei paraggi della Lega Nord. Matteo Salvini, capogruppo al Comune, dice che lunedì sarà in Valcamonica, si presume per un pic-nic, «perchè a Milano Duomo c´è Ciampi, che rende retorico tutto». Questo illustre pensatore ignora non solo la storia repubblicana, ma anche quella del suo partito.
Il 25 aprile 1994, infatti, quando ancora Berlusconi doveva formare il suo primo governo, a un mese esatto dalla vittoria elettorale, Umberto Bossi compì uno dei gesti più nobili della sua carriera politica. Sfilò sotto il diluvio alla testa di una pattuglia di un centinaio di leghisti, col sindaco Marco Formentini, il segretario cittadino Luigi Negri e il deputato Enrico Speroni, a poca distanza dai leader del centrosinistra Martinazzoli, Bertinotti, Del Turco, Cossutta, Russo Jervolino, Bindi, Veltroni e Occhetto. Sfilò e sfidò le prevedibili contestazioni, che lo sommersero di fischi per tutto il percorso, e alla fine evitò di drammatizzarle.
Disse cose importanti, quel giorno, il Senatur: «Stia attento Fini a permettere rigurgiti fascisti dentro l´alleanza: usciremmo subito dal governo. Noi siamo una forza politica che dà garanzia di democrazia. E´ emblematico che questa manifestazione si sia svolta a Milano, dove c´è una certa Lega che, continuando la lotta antifascista, ha battuto la partitocrazia che è il fascismo moderno. Le contestazioni sono cose quasi normali, in una manifestazione di queste dimensioni. La manifestazione del 25 aprile ha avuto un alto valore simbolico perchè non è stata solo una commemorazione, ma segna il punto di partenza di una nuova epoca che vede esplodere nella coscienza del popolo l´ideale del federalismo. In un momento tanto delicato, non ho visto i temuti malintenzionati che potessero approfittare della celebrazione del 25 aprile per provocare subbuglio nel Paese. C´era lo spirito istintivo popolare, che noi della Lega comprendiamo bene poichè la Lega è nata nell´animo del popolo e non certo nei salotti, quale antitesi integrale a ogni tentativo di restaurazione sia fascista che neofascista. Non di meno siamo contrari a ogni tentativo di cancellare ipocritamente qualunque storia precedente all´avvento della Repubblica nata dalla lotta di Liberazione. Noi non abbiamo paura di commemorare la storia, soprattutto per trarre conferma degli errori e delle prevaricazioni eversive del regime fascista. Se non tolleriamo nessuna ombra di indulgenza o compromesso con il fascismo e con qualsiasi rigurgito fascista, prendiamo atto dell´annuncio revisionista di An, senza però abbassare la guardia e pronti alla controffensiva se sarà necessario». Ecco, oggi sarebbe quanto mai necessario. Purtroppo non solo il giovane Salvini, ma anche il vecchio Bossi, hanno perso la memoria.
marco travaglio



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