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  Saturday 8 April 2006 15:24:12  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

D’Alema: il Cavaliere non guidi l’opposizione

 
To:
club dell'ulivo   club dell'ulivo
 
D’Alema: il Cavaliere non guidi l’opposizione
Il presidente ds: superare la sua leadership serve al Paese In caso di pareggio guardo a Follini e a Casini, se vorrà

dal Corriere - 8 aprile 2006

ROMA - «Liberarsi» di Silvio Berlusconi: Massimo D’Alema non usa troppi giri di parole mentre, ospite della trasmissione di La7, Omnibus, indica qual è il suo obiettivo. «È interesse del Paese - sostiene - che il risultato elettorale non metta Berlusconi nelle condizioni di essere il leader dell’opposizione e che si apra un effettivo processo di superamento». Quel che D’Alema non dice è quel che sta dietro al suo ragionamento, peraltro condiviso da buona parte dell’Unione. Il centrosinistra, infatti, teme che, a causa della nuova legge elettorale, la vittoria possa comunque non dare una maggioranza amplissima (soprattutto al Senato) alla coalizione. Il che significherebbe dover comunque costruire delle intese con l’opposizione. Ma se Forza Italia, pur sconfitta, si affermasse come il secondo partito italiano (se non addirittura il primo) inevitabilmente sarebbe ancora il Cavaliere a trattare per nome e per conto della minoranza almeno in una prima fase. E, se grazie alla sua superiorità numerica, Berlusconi riuscisse a evitare lo sfarinamento della Cdl per l’Unione tutto sarebbe più complicato (a iniziare dalle elezioni del presidente della Repubblica). Di fronte a quest’offensiva Paolo Bonaiuti, portavoce del premier, preferisce buttarla a ridere: «Ha ragione D’Alema - ironizza - Berlusconi non farà mai il capo dell’opposizione perché vincerà le elezioni».
L’uscita di D’Alema, comunque, non è estemporanea. Le ragioni che stanno dietro quella sortita spingono il presidente dei Ds - come, del resto, aveva fatto Romano Prodi il giorno prima - a tentare di scompaginare il fronte avversario dividendo la Cdl in buoni e cattivi. D’Alema infatti spiega che in caso di pareggio elettorale farebbe una grande coalizione «con Tabacci e Follini». «E - aggiunge - addirittura, anche con Casini, se lo volesse. Certo avrei qualche difficoltà a farla con Tremonti e Berlusconi». Il presidente della Quercia si muove assecondando sempre questo stesso obiettivo quando invita la Cdl a disfarsi del Cavaliere: «Bisogna vedere se nel centrodestra - osserva provocatoriamente D’Alema - ci sono animelle o qualcuno in grado di rianimare la battaglia politica. L’unico finora è stato Follini e il risultato è stato che Casini ha sacrificato la sua leadership». Tanti attestati di stima non lasciano indifferente l’ex segretario dell’Udc che non dice di no a D’Alema: «Non credo - afferma Follini - che ci sarà un pareggio, quanto agli scenari del dopo sono dell’idea di vederli dopo, appunto».
Maria Teresa Meli



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