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  Sunday 1 October 2006 21:44:01  
From:
Alessandro Rizzo   Alessandro Rizzo
 
Subject:

Fwd: L'associazione in campo con due petizioni

 
To:
l'Ulivo di Milano   l'Ulivo di Milano
club dell'ulivo   club dell'ulivo
 

----- Messaggio Originale -----

               domenica 1 ottobre 2006 21.43.42
Messaggio
Da:            Alessandro Rizzo
Oggetto:        L'associazione in campo con due petizioni
A:             Partito Democratico

L'associazione in campo con due petizioni
L'appello del portavoce Gitti
Ai Democratici italiani l’APD rivolge l’invito ad una straordinaria mobilitazione in difesa del più importante diritto democratico: il diritto di voto che la Costituzione repubblicana vuole libero e diretto e che la legge elettorale vigente ha espropriato ai cittadini consegnandolo ai partiti. La legge elettorale ha riconosciuto ai partiti un potere enorme, che non ha precedenti nella storia repubblicana, quello di nominare i parlamentari, e nel contempo li ha snaturati, violando per la seconda volta la legittimità costituzionale, che impone agli stessi partiti di agire con metodo democratico come trait d’union tra i cittadini e le istituzioni. La prassi ha dimostrato, se possibile, un risultato peggiore anche rispetto alle aspettative: l’identificazione delle istituzioni parlamentari con le burocrazie di partito.

Per contestare e contrastare questo risultato 15 cittadini lombardi costituirono a Milano l’11 febbraio di quest’anno l’Associazione per il Partito Democratico con un duplice scopo: in primo luogo risarcire in minima parte la dispersione del patrimonio di fiducia ed entusiasmo che più di tre milioni di italiani testimoniarono a Romano Prodi come leader politico dell’Unione, poi ridimensionato di fatto al ruolo tecnico di candidato premier dagli stessi partiti della coalizione; in secondo luogo denunciare la mutazione genetica dell’Ulivo, promuovendo alla competizione elettorale del Senato una lista “terza” rispetto a quelle dei Democratici di Sinistra e della Margherita.

Il tentativo originario dell’APD fu fermato dai partiti della coalizione di centrosinistra, anche laddove, come in Piemonte, avrebbe certamente consentito di vincere, regalando al Governo Prodi qualche senatore in più, e soltanto ora ci si accorge di come avrebbero fatto comodo.

Questa testimonianza, resa senza alcuna rete di protezione, ha però fruttato all’APD un’identità ed una credibilità politiche che le hanno permesso di radicarsi ed articolarsi velocemente in tutta Italia.

Oggi a Napoli l’APD non solo avvia il processo costituente della sua rete nazionale, che sfocerà tra pochi mesi a Genova nell’assemblea della sua formale costituzione, ma intende assumere, coerentemente con le motivazioni originarie della propria nascita, due importanti iniziative popolari.

La prima si riferisce alla petizione parlamentare con la quale l’APD chiede alle forze politiche parlamentari di rompere il loro fragoroso silenzio sulla necessità di riformare la legge elettorale vigente sulla base dei seguenti principi, minacciando apertamente di ricorrere allo strumento referendario nel caso di indifferente o interessata ignavia:
a) ritorno al sistema maggioritario ed al collegio uninominale,
b) indicazione sulla scheda del candidato premier e del simbolo unitario della coalizione o del partito che si candida al governo del paese,
c) disciplina delle primarie cui debbono sottoporsi i candidati alle cariche elettive ed in particolare i candidati alla guida del governo,
d) divieto di candidature plurime,
e) riconoscimento legale dello statuto dell’opposizione anche dal punto di vista finanziario ed organizzativo,
f) riconoscimento legale dello statuto, delle rappresentanze delle autonomie regionali e delle minoranze linguistiche e disciplina di partecipazione alle primarie delle stesse,
g) principio di corrispondenza tra liste elettorali e gruppi parlamentari, salvo la libertà di mandato del singolo parlamentare nell’ambito del solo gruppo misto,
h) riforma radicale del finanziamento pubblico dei partiti da realizzarsi nella forma di rimborsi elettorale erogabili solo ai gruppi parlamentari ed ai partiti rappresentati in parlamento ed ottemperanti al regime fiscale posto a tutela della natura democratica del rispettivo ordinamento.

La seconda ha ad oggetto la proposta di legge per la regolazione in senso democratico dell’ordinamento dei partiti politici. E’ questo il tema che dovrebbe orientare il dibattito interno al futuro nuovo partito per assaporare le garanzie di una reale democrazia partecipativa, prima fra tutte le elezioni primarie per selezionare la classe dirigente, gli strumenti innovativi di una penetrante informazione, presupposto di ogni serio confronto politico, le certezze di un finanziamento trasparente ed equilibrato.

Se entreremo seriamente e veramente nella fase di costituzione del Partito Democratico è ai cittadini che dovrà andare il pensiero e l’attenzione dei promotori del progetto, mentre invece le energie dei più sono già concentrate sulla lotta per il potere e la leadership. Noi crediamo che i partiti dell’Ulivo, dopo il ristoro parlamentare e governativo, debbano essere generosi e sacrificare buona parte della loro sovranità, che vorrebbero proiettare come un’ombra lunga sulla nuova forza politica, per una buona ragione che abbiamo sempre sostenuto e che sosterremo fino in fondo. Questa ragione è la più forte, è più salda di qualsiasi proposta giuridica o politologica sul percorso costituente, è la ragione dei soci del Partito Democratico. Il Partito Democratico è già nato con le elezioni primarie per l’elezione del candidato premier quando più di tre milioni di persone si identificarono in un programma e in una leadership.

Il punto di partenza è quello e l’obiettivo è recuperare quel patrimonio politico che i partiti hanno cercato in ogni modo di disperdere. Non si tratta di un modo di dire. Nessuno ha mai chiesto pubblicamente a Vannino Chiti, presidente del Comitato organizzatore delle primarie e quindi legalmente responsabile del trattamento di tutti i dati personali degli iscritti e votanti a “Primarie 2005”, dove siano finiti i nomi e gli indirizzi di quei milioni di cittadini, improvvisamente risvegliati dalla stanchezza e dalla diffidenza nei confronti del professionismo politico ad una accesa consapevolezza e al desiderio di partecipare a nuove forme di attività e di testimonianza civili.

Ebbene l’APD, e non si tratta evidentemente di farne un caso personale, chiede formalmente a Vannino Chiti di dichiarare le modalità del trattamento dei dati personali dei cittadini iscritti e votanti di “Primarie 2005” e di metterli a disposizione, nei limiti consentiti dalla legge e dallo statuto, degli allora candidati premier.

Sarebbe una buona notizia e un buon viatico per il futuro partito democratico che a Orvieto Romano Prodi potesse annunciare che prima dei nomi dei leaders siano già noti i nomi dei soci. Questo certamente sarebbe il partito in cui tutti noi saremmo pronti a riconoscersi volontieri e saremmo pronti a scioglierci.

Per questo motivo l’APD intende celebrare con una grande manifestazione in tutte le più importanti città italiane l’anniversario di “Primarie 2005”. Sarà un’occasione per iniziare formalmente la raccolta delle sottoscrizioni alle iniziative popolari che qui oggi a Napoli presentiamo e per chiedere la conferma della propria “iscrizione” al Partito Democratico a tutti i cittadini che un anno fa votarono per Romano Prodi.

Auspichiamo che a tale manifestazione vorranno aderire tutti i partiti, insieme ai militanti e ai dirigenti, che un anno fa riconobbero e sostennero la leadership di Romano Prodi.

Gregorio Gitti


Il testo della Petizione è pubblicato anche nella sezione documenti


(29/09/2006)


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