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04-04-2006, ore 10:50:22
fonte Aduc
Italia. Ecco le quantita' della commissione del ministero
Cinquecento milligrammi di cannabis, 750 milligrammi di cocaina, 250 milligrammi di eroina, 750 milligrammi di MDMA (ecstasy), 500 milligrammi amfetamina e 150 microgrammi di Lsd: sono queste, secondo quanto anticipato all'agenzia Ansa, le quantità massime consentite per il consumo personale, stabilite dal governo.
Le quantità massime consentite oggi sono decisamente superiori alle "modiche quantità giornaliere" stabilite dalla precedente legge, la Iervolino-Vassalli, e anche a quanto prevedeva il ddl Fini, poi modificato fino alla legge attuale. La Iervolino-Vassalli consentiva infatti un massimo di 100 milligrammi di eroina, 150 di cocaina, mezzo grammo di cannabis, mezzo grammo di Mdma, altrettanto di amfetamina e 50 microgrammi di Lsd . Il ddl Fini, invece, prevedeva una soglia quantitativa di 200 mg di eroina, 500 mg di cocaina, 250 mg di cannabis, 300 mg di Mdma. Per amfetamina e Lsd le quantità erano le stesse della Iervolino-Vassalli.
Alle "soglie" di quantità massima detenibile, al di sopra delle quali scatta la denuncia penale, si è arrivati - è stato spiegato - partendo dalla "dose media singola", cioé "la quantità di principio attivo per singola assunzione idonea a produrre, in un soggetto tollerante e dipendente, un effetto stupefacente o psicotropo". Questa dose media singola è stata quindi moltiplicata per un numero (il "moltiplicatore variabile"), individuato in base alle caratteristiche di ciascuna classe di sostanze, con particolare riguardo al "potere di indurre alterazioni comportamentali e scadimento della capacità psicomotoria". Per la cannabis, ad esempio, il moltiplicatore individuato è 20, in quanto si è ritenuto che questa sostanza sia molto diffusa e comporti un'alterazione del comportamento "relativamente bassa". Per la cocaina e per gli altri stimolanti (ecstasy e amfetamina), invece, è più basso (5), a causa dell' "alta pericolosità sotto il profilo dell'alterazione comportamentale e della
performance psicomotoria". In mezzo sta l'eroina, con moltiplicatore 10, per "la particolare alterazione comportamentale e della performance psicomotoria e l'intenso condizionamento psicofisico". Più bassi (3) i moltiplicatori per gli allucinogeni, Lsd in testa. Moltiplicando, perciò, la dose media singola per il moltiplicatore variabile, si è arrivati alla quantità massima detenibile, sempre di principio attivo, senza rischiare la denuncia penale: 250 mg per l'eroina, 750 mg per la cocaina, 500 per la cannabis, 750 per l'ecstas y, 500 per l'amfetamina e 0,150 per l'Lsd. Queste quantità di principio attivo corrispondono, sostanzialmente, come sostanza lorda, a: 1,7 grammi di eroina, calcolando un 15% di principio attivo; 1,6 grammi di cocaina contenente un 45% di principio attivo; 5 grammi di marijuana e hashish al 10% di principio attivo; 5 compresse di ecstasy o di amfetamina e 3 francobolli di Lsd. Al di sopra di questi quantitativi,
insomma, scatta la denuncia penale, a meno che il consumatore non dimostri la destinazione all'uso esclusivamente personale della droga. Ma la quantità, ha ribadito il ministro Carlo Giovanardi, non è l'unico parametro indicato dalla legge per definire se si tratta di consumo personale o di spaccio: ci sono anche la modalità di presentazione della sostanza e le altre "circostanze dell'azione", per esempio se si viene trovati in possesso di grandi quantità di denaro. Se l'autorità giudiziaria, quindi, decide che, da tutti questi parametri, risulta che la sostanza detenuta serve allo spaccio, scatta la denuncia penale.
Quelli stabiliti dal Governo sulla base dei parametri scientifici individuati dalla commissione di esperti, sono "parametri ragionevoli": lo ha detto il ministro Carlo Giovanardi, nella conferenza stampa per presentare le tabelle attuative della nuova legge sulla droga. Il ministro ha ribadito che "un ragazzo con uno spinello non andrà in galera" e che a questo proposito sono state dette "balle colossali". Le tabelle, ha aggiunto, sono "elementi per uscire dalla discrezionalità". L'arresto quindi, ha spiegato Giovanardi, scatta quando è evidente lo spaccio: "il tossicodipendente trovato con delle sostanze stupefacenti rischia al massimo una denuncia a piede libero", in attesa dell'analisi delle sostanze. Le tabelle, quindi, ha detto ancora il ministro, sono "elementi per uscire dall' attuale situazione di assoluta discrezionalità da parte del magistrato". La commissione di esperti continuera' il suo
lavoro nei prossimi mesi, per approfondire e per monitorare la situazione, che è "in continua evoluzione". Le tabelle saranno inserite in un decreto a firma del ministro della Salute ad interim, Silvio Berlusconi, di concerto con quello della giustizia, sentito il Dipartimento antidroga.
Il governo vuole sbattere ragazzi in carcere per 15 spinelli. A lanciare "l'allarme", cosi' il segretario di Radicali Italiani Daniele Capezzone. A New York il limite è "56 volte più alto, a Mosca 40 volte e in Canada e nel resto d' Europa 30 volte". "L'Italia rischia di diventare paradiso dei trafficanti, e inferno dei ragazzi piccoli consumatori. E' noto infatti che i ragazzi, proprio per non incontrare di frequente gli spacciatori e per non entrare costantemente in contatto con la criminalità, tendono ad acquistare qualche spinello in più". Capezzone lancia quindi un "appello" ai genitori: "Può magari dispiacervi che vostro figlio si faccia una canna. Ma non é peggio sapere che, per una simile sciocchezza, si rischia la perquisizione, l'arresto, il processo, la spesa di 4mila euro per l'avvocato e di altri 4mila per il perito, e poi 6 anni di carcere?".
"Le tabelle della legge sulle droghe sono un manifesto ideologico e un'aggressione dogmatica ai consumatori di cannabis che addirittura vengono penalizzati più dei consumatori di cocaina". Lo dice Giusto Catania, eurodeputato del Prc. "I cosiddetti esperti del governo Berlusconi-Fini collocano l'Italia fuori dall'Europa, la classificazione delle sostanze in un'unica tabella è una follia e l'eliminazione della distinzione tra droghe leggere e pesanti è un obbrobrio scientifico. E' evidente che siamo davanti ad un provvedimento elettorale che vuole lanciare messaggi precisi ai settori più retrivi e reazionari del Paese".
"Il ministro Giovanardi ignora o sembra ignorare che già con la normativa vigente ben cinque giovani si sono suicidati negli ultimi tre anni perché accusati di spaccio per piccole quantità di cannabis": è quanto afferma il responsabile tossicodipendenze della Cgil, Giuseppe Bortone. "Con l'obbligo di procedere penalmente sopra una quantità che resta molto bassa di principio attivo forze dell'ordine e magistrati saranno costretti a inasprire la loro attività nei confronti dei giovani consumatori, tanto più esposti quanto più sono lavoratori di condizioni modeste abitanti in piccoli centri".
"Una legge elettorale fatta sulla pelle dei giovani consumatori di cannabis, che vengono trattati alla pari degli spacciatori di cocaina". E' duro il giudizio di Paolo Ferrero, della segreteria nazionale di Rifondazione comunista. "Invece di affrontare seriamente un fenomeno come quello delle sostanze si è giocato fino all'ultimo con il pallottoliere, stabilendo in maniera arbitraria la dose oltrepassata la quale un consumatore viene considerato spacciatore". "In questo balletto di cifre si è determinata una situazione paradossale, di fatto una sostanza leggera come la cannabis è meno tollerata di una sostanza pesante come la cocaina, 500 milligrammi per la prima 750 milligrammi per la seconda. Sembra una legge pensata per la mafia se pensiamo che la cocaina è enormemente più redditizia per gli spacci atori". "Appena manderemo a casa Berlusconi cancelleremo questo scempio e lanceremo nel paese la nostra sfida
antiproibizionista, prevedendo l'ipotesi di autocoltivazione della cannabis per consumo personale".
"E meno male che la sinistra 'capezzonizzata' diceva che, con la legge Fini, chi fuma uno spinello viene sbattuto in galera... 500 milligrammi di principio attivo contenuto nella cannabis detenuta, sono l'occorrente per oltre 20 spinelli. A casa nostra, chi va in giro con tali quantità di sostanze stupefacenti in tasca non è perché ne vuole fare mero uso personale, ma perché vuole spacciarle o comunque cederle ad altri". Lo dichiara il senatore Riccardo Pedrizzi, responsabile nazionale di AN per le politiche della famiglia. "Dopo la fissazione delle tabelle si può dire a maggior ragione che chi è contro la legge Fini é a favore degli spacciatori, vuole che essi possano continuare, tranquilli, indisturbati e impuniti, a vendere morte ai nostri figli. Magari davanti alle scuole". "Va ricordato che la legge Fini, per stabilire quando, da semplici consumatori, passibili di mera sanzione amministrativa, si diventa spacciatori,
meritevoli di sanzione penale, non prevede solo il parametro della quantità di principio attivo contenuto nella sostanza detenuta, un parametro che comunque rimane importante perché certo, oggettivo e attendibile, ma anche criteri come la presenza di notevoli quantità di denaro e le modalità di taglio e confezionamento della droga".
"La commissione di tecnici nominati da Storace ha emesso un verdetto criminogeno" e "gli pseudoesperti di fede littoria dovranno rispondere personalmente per l'offesa alla scienza". Così Franco Corleone, presidente di "Forum droghe". "Per il possesso di più di 500 milligrammi di principio attivo di canapa si sarà processati come spacciatori presunti con una pena prevista da 6 a 20 anni di carcere. Questa triplicazione delle pene rispetto a quelle attuali, già alte, provocherà più arresti, più detenuti, più vittime. La conseguenza sarà l'esplosione delle carceri e la disperazione nelle famiglie". La nuova legge sulla droga, per Corleone, è "una legge anticostituzionale contro il principio del giusto processo, di cui gli pseudoesperti di fede littoria dovranno rispondere personalmente per l'offesa alla scienza. Berlusconi aveva parlato di 200 spinelli tollerati, il ministro Giovanardi fa
il conto di 20 spinelli. In realtà tutti e due danno i numeri". "Dopo aver approvato la legge con arroganza dettata dalle esigenze di propaganda elettorale oggi a quattro giorni dalle elezioni si dà il via all'applicazione che mi auguro non duri più di cento giorni. Il nuovo Parlamento dovrà cancellare questo obbrobrio e definire una politica umana e ragionevole fondata sulle politiche di riduzione del danno, sulla depenalizzazione del consumo e sulle alternative al carcere per i tossicodipendenti". "Il primo atto che chiedo a Prodi dovrà essere la nomina di un capo del Dipartimento sulle droghe che segni una profonda discontinuità da questa scelta demagogica".
"Le tabelle dimostrano il senso di responsabilità ed equilibrio con cui si è mossa una commissione ingiustamente insolentita da pennivendoli da strapazzo che offendono la gente per bene che lavora per la sicurezza degli italiani". E' quanto sostiene in una nota Maurizio Gasparri, della direzione politica di Alleanza Nazionale. "E' una commissione seria e competente che ha definito dei parametri che consentono un'applicazione seria della legge. Nessuna criminalizzazione del consumatore che va persuaso da questo comportamento. La certezza, finalmente, per punire gli spacciatori facendo finire quelle assurde e vergognose sentenze di magistrati irresponsabili che avevano considerato, anche un chilo di cocaina, come un uso personale da non punire penalmente. Questi magistrati, adesso, non potranno più fare il loro comodo favorendo lo spaccio della droga. Grazie alla commissione che ha lavorato con competenza e tempestività ed al ministro Carlo
Giovanardi". "Avanti per applicare la legge approvata l'otto febbraio, a sostegno delle comunità terapeutiche, per la prevenzione nei confronti della droga, per la dissuasione del consumo e per la punizione severa dello spaccio e la lotta senza quartiere al narcotraffico. Con buona pace dei cialtroni che avevano offeso una commissione di persone serie, puntuali e competenti".
Dei "limiti arbitrari", poiché l'assunzione di sostanze stupefacenti rappresenta "sempre e comunque un danno per la salute". Così il farmacologo Silvio Garattini: un limite, spiega, che ha "una valenza amministrativa più che scientifica". "Quelle consentite per il consumo personale rappresentano comunque delle quantità arbitrarie; in altri termini, non prevale la logica di un possibile danno alla salute, che c'é anche con quantità ridotte di droghe, bensì l'esigenza amministrativa di fissare dei limiti per legge". Per questo, rileva il farmacologo, "si tratta di un problema più di natura amministrativa che scientifica, anche se penso che non si possa in realtà stabilire un limite preciso tra consumo personale e spaccio, ed è infatti difficile capire perché 5 dosi di cocaina non rappresentino spaccio e 6 sì". Dietro questi numeri e questi dosaggi, dunque, "non c'é
alcuna base scientifica né è possibile dire che, ad esempio, 5 dosi di cocaina per consumo personale siano 'poche', dal momento che gli effetti che questa sostanza produce sono molto diversi dalla cannabis o dall'eroina". Ma c'é un altro aspetto: "Non deve assolutamente passare il messaggio che queste dosi di sostanze si possano consumare 'tranquillamente' e senza problemi poiché non dannose; i ragazzi non devono cioé pensare che quelle indicate nelle tabelle siano delle 'dosi sicure', perché non è assolutamente così. Se una sostanza produce degli effetti, che è poi il motivo per cui la si consuma c'é anche, sempre e indipendentemente dalla quantità, un potenziale danno per la salute". Dunque, ha ammonito l'esperto, "é fondamentale che l'espressione quantità 'consentite' non sia confusa o assimilata al concetto di quantità 'non nocive', perché qualsiasi dose di droga è
potenzialmente dannosa".
Il Gruppo Abele fa sapere che le tabelle portano a compimento la logica della legge governativa che indica la cannabis fortemente penalizzata, con alto principio attivo, e l’intento di criminalizzarne il consumo ancor più che la dipendenza. Va detto che si è in parte tenuto conto delle osservazioni apportate, in particolare per ciò che concerne la detenzione di pochi spinelli e per i quali si rischiava di incorrere in pene molto alte. Ciò non preserva però da alcuni rischi, vista la comunque limitata discrezionalità del giudice che viene applicata solo al di sotto della massima dose giornaliera e che quindi non esclude la fattispecie di spaccio. Pensiamo ad esempio ad una persona che detenga una quantità di cannabis, per un uso amicale di gruppo, e che magari può rientrare nella “quantità” di spaccio, con relative pene. A livello governativo è stato affermato che si deve tener conto di più fattori…vedremo, a livello applicativo, quali reali possibilità
discrezionali ci saranno. Alla luce di ciò, nonostante si possa dedurre una maggiore tolleranza rispetto alla quantità posseduta per uso personale - che pare emergere dalla tabelle rese note, rispetto alla precedente legge Fini - non può che rimanere un giudizio negativo rispetto all’impianto complessivo della legge stessa.
Carmelo Palma, dei Riformatori liberali (radicali della Cdl), denuncia il "carattere illiberale" della legge sulla droga, e sostiene che le tabelle sono "inutili" perché "il mercato nero si adeguerà". "Come accadde già con la legge Jervolino-Vassalli, di cui la legge Fini è una tardiva e anacronistica fotocopia", la fissazione per legge di una soglia rigida "fra la detenzione penalmente rilevante e quella sottoposta alle sole sanzioni amministrative, non inciderà minimamente sul mercato delle droghe proibite (che adatterà agevolmente le proprie strategie distributive), ma comporterà la punizione per migliaia di acquirenti e consumatori sprovveduti". Secondo Palma, la legge avrebbe dovuto "rimettere ordine in un sistema sanzionatorio" nel quale accadeva "che la giustizia italiana condannasse un detentore di pochi grammi di droga, per assolverne, a pochi chilometri di distanza, un
altro, magari trovato in possesso di una quantità di droga dieci volte superiore". Invece "la legge Fini renderà il sistema penale ancora più irresponsabile, perché lo priverà dell'onere di provare le condotte di spaccio e quindi di indagare in modo efficace e ragionevole", e ne risulta "clamorosamente invertito l'onere della prova". "E riteniamo che non vi sia nulla di corrivo con la cultura dello sballo, come alcuni demagogicamente la chiamano, nel denunciare, per l'ennesima volta, il carattere illiberale di norme che sottopongono i consumatori di droghe proibite a regole che nessun altro indagato o imputato é, fortunatamente, obbligato a subire".
"Le tabelle della commissione istituita dalla legge Fini-Giovanardi sulle droghe sono vergognose e propagandistiche con l'unico risultato certo di criminalizzare e costringere alla repressione carceraria migliaia di consumatori di cannabis e suoi derivati": lo afferma il coordinatore politico dei Verdi Paolo Cento. "In tutto il mondo le quantità per l'uso personale di droghe leggere sono molto più elevate rispetto alla scelta fatta dalla commissione". "La legge Fini Giovanardi colpisce i piccoli consumatori e distrae risorse dalla lotta contro il narco traffico. I Verdi chiederanno all'Unione di cancellare nei primi 100 giorni della prossima legislatura questa legge per evitare il prolungamento operativo di questa vera e propria macelleria sociale".
"Insensato era il tentativo di ancorare la definizione di reato di spaccio a una determinata quantità, insensata pare il prodotto finito di questo tentativo": così Achille Saletti, presidente delle comunità terapeutiche Saman. "Conoscendo il mercato della droga saranno sicuramente puniti più i semplici consumatori che non gli spacciatori. Un bel regalo alle narco -mafie".
Mette fine alle incertezze, secondo il sottosegretario alla Salute Cesare Cursi, il decreto che stabilisce le quantità massime consentite per il consumo personale di sostanze stupefacenti. Il decreto, ha aggiunto Cursi, è già stato firmato dal ministro ad interim della Salute, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli. Finora, ha rilevato Cursi, la valutazione relativa ai limiti delle quantità per uso personale era "rimessa alla valutazione del giudice, che non aveva punti di riferimento" e sulla questione gravava "incertezza". Adesso, ha aggiunto, sono stati "fissati paletti e certezze relativi alla soglia minima, che consentono a chi vuole comprare del fumo di sapere se va oltre il consentito". I provvedimenti, ha detto ancora Cursi, scattano soltanto quando la soglia minima di consumo viene superata e qualsiasi altra interprestazione, ha concluso, è frutto di "una
lettura disattenta o faziosa".
"I narcotrafficanti ringrazieranno il governo per il contributo ai propri affari, mentre aumenterà il rischio per la salute di migliaia di giovani". Saranno queste, secondo Vittorio Agnoletto, europarlamentare della Sinistra unitaria europea e fondatore della Lega italiana per la lotta contro l'Aids, le conseguenze dell'applicazione della tabella relativa alle quantità massime consentite per il consumo personale di droga. "Nelle strade aumenteranno gli spacciatori di cocaina: molti di coloro che oggi vendono 'fumo' sostituiranno la loro merce con cocaina. Avendo, infatti, il governo stabilito un'unica tabella, con sanzioni uguali per qualunque sostanza, non vi è dubbio che, di fronte allo stesso rischio, agli spacciatori converrà vendere la sostanza più redditizia. E non vi è dubbio che, con i valori soglia stabiliti per ogni sostanza dalla commissione governativa, d'ora in poi sarà più redditizio spacciare cocaina". "Quanto ai costi delle droghe e ai relativi guadagni, "sulla
piazza la quantità di sostanza pura contenuta in una bustina di un grammo di cocaina varia dal 20 al 40 per cento (200/400 mg) e costa circa 70/80 euro. E' stata stabilita la soglia per la cocaina a 750 mg, questo significa che lo spacciatore potrà ottenere un guadagno tra 130 e 300 euro senza incorrere in sanzioni penali". Mentre "per la cannabis, nella medesima piazza, il costo di 1 grammo si aggira circa sui 5/6 euro, con una purezza tra il 10 e il 25 per cento; essendo stata stabilita una soglia a 500 mg, lo spacciatore potrà guadagnare tra i 12 e i 30 euro senza incorrere in sanzioni penali". Agnoletto punta quindi l'accento sul "rischio cocaina", spiega che "proprio recentemente gli operatori impegnati nel settore hanno lanciato un drammatico allarme: cresce il consumo della cocaina, sostanza decisamente pericolosa per la salute dei consumatori". E aggiunge: "si è trattato però di un allarme inascoltato. Ora
non resta che aspettarsi un significativo aumento delle patologie e dei decessi connessi all'uso della cocaina e ai rischi di overdose". "Questo è il risultato di una commissione tecnica scelta con criteri politici, dalla quale sono stati esclusi coloro che realmente lavorano sul campo, nei servizi pubblici e nelle associazioni impegnate nel lavoro di strada. Chi ha stilato le tabelle non conosce la realtà delle piazze italiane. Con la nuova legge il governo riempirà le carceri di giovani colpevoli di aver fumato qualche spinello in più e con le nuove tabelle riempirà le piazze di spacciatori di cocaina".
Per Andrea Muccioli, responsabile della comunità di San Patrignano, "é falso che dopo venti spinelli o un grammo di cocaina scatti il reato di spaccio, come abbiamo letto su alcuni giornali e come si ostinano a dichiarare politici di destra e di sinistra. A meno che non capiscano o non vogliano capire l'articolo 73. Perché questa legge, definita da alcuni rigorosa e da altri repressiva, certifica il sostanziale calo delle braghe delle istituzioni nei confronti della droga. Realizzato non dai fautori storici della legalizzazione, ma proprio da quelli che per anni avevano promesso, con tanto di dichiarazioni solenni e pompose prese di posizione, chiarezza e rigore". "Con le nuove norme infatti -afferma Muccioli- chi viene trovato in possesso di quantità di droga anche ingenti (ad esempio 50 spinelli, 30 grammi di eroina o 100 di cocaina) può invocare a propria discolpa l'uso personale e non essere sanzionato penalmente. Indipendentemente da
qualunque tabella, che stando così le cose non serve assolutamente a nulla". Secondo Muccioli, "la distinzione tra spaccio e consumo continuerà a dipendere dall'interpretazione del singolo magistrato, dai suoi orientamenti ideologici e culturali e dalla possibilità, per il detentore di droga, di pagarsi un buon avvocato: una situazione che noi operatori abbiamo sempre denunciato, perché rendeva più difficile la nostra opera di recupero. E' facile prevedere che, in assenza di un discrimine certo, molti tossicodipendenti cadranno nelle maglie della criminalità come corrieri non punibili dello spaccio e molti spacciatori potranno costruire, attraverso l'uso dei tossicodipendenti, la propria impunità, vanificando l'operato delle forze dell'ordine e continuando a distruggere le famiglie e la società".
"La nuova legge proibizionista sulle droghe è un aiuto in più alla mafia e alla criminalità organizzata". Lo ha affermato il segretario dell'associazione Luca Coscioni e candidato della Rosa nel pugno, Marco Cappato, a margine della presentazione di un sito di disobbedienza civile contro la legge 40 sulla procreazione assistita. "Come Rosa nel pugno -ha detto Cappato- vogliamo legalizzare per controllare, come per la fecondazione assistita, la ricerca scientifica e le altre battaglie dell'associazione Luca Coscioni. L'impegno della Rosa nel pugno é proprio quello di combattere tutti i proibizionismi, che costringono ad esempio, nel caso della legge 40 sulla procreazione, tante giovani coppie ad andare all'estero per trovare altrove le libertà che in Italia sono negate".
(ANSA). "Con queste tabelle, le istituzioni mandano un messaggio devastante, cioé che è meglio prendere cocaina che marijuana, perché si rischia meno": Riccardo De Facci, a nome del cartello "Non incarcerate il nostro crescere" che comprende servizi pubblici e privati per le tossicodipendenze, sindacati e associazioni, punta il dito contro quello che definisce "un provvedimento elettorale". Secondo De Facci, chi ha elaborato le soglie ha peccato "quanto meno di improvvisazione: se ha un senso la soglia dei 250 mg di principio attivo (al 15%) per l'eroina, su cocaina e cannabis si rivela l'indirizzo ideologico". "La cocaina che circola per strada non ha una percentuale di principio attivo del 45% come dicono le tabelle ministeriali, bensì del 15%. Se ne deduce che 750 mg di principio attivo non corrispondono ai 1,6 grammi delle tabelle ma a 5 grammi. Allo stesso modo, la cannabis che si trova in vendita al mercato
illegale non è al 10% ma al 15%, per cui la quantità massima permessa non è di 5 grammi ma di 3-4. Ora, facendo un calcolo a spanne, 5 grammi di cocaina costano circa 400 euro, contro i circa 40-50 euro dei 3-4 grammi di hashish". Il governo, quindi, secondo de Facci "é riuscito nella difficile impresa di punire più severamente sostanze meno pericolose e viceversa mostrarsi più tollerante rispetto a sostanze che comportano rischi maggiori. Il segnale che mandano le istituzioni è che è meglio prendere cocaina che marijuana, si rischia meno". Inoltre, lo spacciatore sarà indotto a trattare la cocaina e non la cannabis, "visto che può guadagnare dieci volte di più rischiando molto meno". Infine, secondo De Facci la definizione di una tabella rigida non assicurerà maggiore chiarezza nel giudizio della magistratura. Infatti, essa andrà sempre valutata insieme ad altri criteri. Se applicata
rigidamente, invece, "rischierebbe di punire soprattutto coloro che, in un gruppo, si prendono l'impegno dell'acquisto collettivo di hashish".
Alessandro Buccolieri detto "Mefisto" Coordinatore Italiano Million Marijuana March Questo governo che parla di togliere le tasse ha con questa legge ampliato la tassa alla mafia che i cittadini dovranno pagare, l'autoproduzione è più che mai criminalizzata dato che è impensabile coltivare una pianta che abbia una quantità di principio attivo inferiore ai 5oo milligrammi di thc, sarà automatico quindi per molti consumatori rivolgersi alle narcomafie. Come se non bastasse siamo l'unico paese al mondo che criminalizza di più il consumo di cannabis che quello di cocaina. 27 giorni dopo la cacciata di Berlusconi e dei suoi complici, il 6 maggio saremo in piazza a Roma come in più di altre 200 città del mondo per chiedere la fine delle persecuzioni contro i consumatori, l'uso terapeutico della cannabis ed il diritto all'autocoltivazione. Nello specifico italiano anche per chiedere la cancellazione immediata della legge Fini ed il
superamento entro il 2006 della 309, in chiave non proibizionista.
"Oggi si colma un vuoto legislativo. Abbiamo rispettato l'impegno che prevedeva la legge. Con questo ultimo adempimento è diventata legge nazionale e come tale va rispettata": il vicepremier Gianfranco Fini ha espresso oggi a Torino la sua soddisfazione perché la legge sulla droga, con la pubblicazione delle tabelle relative ai quantitativi sulla detenzione delle sostanze stupefacenti, diventa operativa. "Qualcuno aveva detto che senza queste tabelle c'era un vuoto legislativo. Oggi con la loro approvazione viene meno anche questa eventuale polemica. Aggiungo, visto che sono in Piemonte, che il piano sanitario regionale che ieri è stato approvato dalla Giunta, per quel che riguarda le tossicodipendenze, è chiaramente ispirato a una filosofia diversa rispetto a quella della legge approvata dal Parlamento e questo non è corretto". Fini ha spiegato che non é corretto "perché, ferma restando l'autonomia della regione, il
piano sanitario regionale deve dare corso all'organizzazione della sanità, quindi stabilire come organizzare nella regione la fruizione del diritto alla salute. La legge è una legge nazionale che deve essere rispettata anche dalle regioni che per motivi politici non la condividono".
"Non vincono, ma se vincono e lo fanno, si mettono davvero in rotta di collisione con tantissime famiglie e tantissimi giovani": è la risposta di Gianfranco Fini, intervenuto a "Dopo il Tg1", alla domanda sull'intenzione dell'Unione di abolire la legge sulla droga. "Lo Stato ha il dovere di combattere la droga, le droghe fanno male. Non è vero che con la nuova legge, che porta anche il mio nome, chi si fa una canna andrà in galera; ci sarà solo una sanzione amministrativa, una multa, una contravvenzione. La sanzione penale scatta per lo spacciatore; siccome tante volte lo spacciatore è anche tossicodipendente, in alternativa al carcere, se vuole va in una comunità di recupero". "La storia recente dimostra che dalla droga si può uscire, a condizione che lo Stato faccia la sua parte".
"E' banale ridurre tutto a 5 o 20 spinelli. La legge va buttata nel cestino e va ripreso tutto il discorso sulle dipendenze". Questa l'opinione di don Antonio Mazzi, fondatore della comunità di Exodus, espressa durante l'intervista rilasciata al quotidiano online Affaritaliani.it, a proposito delle tabelle sulle droghe presentate oggi dal governo. "Bisogna fare una rilevazione sul disagio giovanile tenendo presente che i giovani consumano più alcool che droga e che la Sanità non può essere il referente istituzionale di questi disagi perché il tossicodipendente non deve essere considerato un malato". Riflettendo sulle possibili soluzioni, ha aggiunto: "Penso a un sottosegretariato alla presidenza del Consiglio che coordini le politiche giovanili. In secondo luogo le comunità di recupero non sono più adatte e la galera non deve essere il riferimento forte della legge". Al posto delle comunità, Don Mazzi suggerisce
di "implementare le realtà dentro le quali i giovani vivono: famiglia, scuola, lavoro, tempo libero".
Le tabelle presentate oggi "dagli 11 'esperti' di comprovata fede proibizionista nominati dal fu ministro Storace, confermano le gravi preoccupazioni espresse con forza durante tutto l'iter legislativo della legge Fini-Giovanardi". Lo affermano le associazioni studentesche Uds e Udu. "La legge Giovanardi sulle droghe oggi perfezionata dalle quantità massime fissate per ogni sostanza oltre le quali si verrà considerati spacciatori e si rischieranno pene dai 6 ai 20 anni, fa compiere al nostro paese una pericolosa svolta in chiave ultraproibizionista e colloca nei fatti l'Italia al di fuori della giurisprudenza riscontrabile in tutti i paesi occidentali in tema di droghe; se si vuol parlare di numeri infatti basta verificare che la soglia minima fissata per la cannabis in Germania è di 15 grammi, a New York è di 28 grammi e a Mosca è di 20". Secondo le due associazioni, il Governo "che ha voluto questa legge per scopi meramente
elettorali ignorando ogni parere scientifico se non quello giunto da un manipolo di esperti prezzolati e di parte, dovrà assumersi la completa responsabilità degli effetti nefasti che produrrà il testo legislativo". "Va infatti messa in conto una drammatica esplosione della popolazione carceraria, stangate per giovani e famiglie che dovranno sobbarcarsi il conto salatissimo dei processi penali per non parlare del pericoloso clima di disinformazione diffusa connesso a un argomento delicatissimo come quello delle dipendenze che vede la sua principale causa nella superficialità disarmante degli slogan ministeriali". Uds e Udu sono consapevoli che "questa è una legge che mette a rischio in particolar modo la popolazione studentesca". Per questo "ci impegniamo a distribuire capillarmente e nel più breve tempo possibile nelle scuole e nelle università un vademecum di 'legittima difesa' dall'ondata repressiva che ci si
aspetta per i prossimi tempi. Contestualmente chiediamo all'Unione l'impegno per l'immediata abrogazione della legge e una politica sulle dipendenze nettamente antiproibizionista. E vigileremo senza sconti sull'applicazione puntuale dei punti programmatici fissati in tema di droghe sul programma della coalizione di centro-sinistra".
"E' sorprendente come le critiche alla nuova legge sulle tossicodipendenze e alle allegate tabelle si elidano a vicenda, con l'accusa da una parte che le norme appaiono eccessivamente repressive e dall'altra che invece sono eccessivamente tolleranti". Lo afferma in una nota il ministro Carlo Giovanardi. "Questo ci conferma nella convinzione di avere intrapreso la via giusta, che naturalmente potrà essere adeguatamente valutata soltanto dopo che la legge sarà rimasta in vigore per un ragionevole periodo di tempo".
"Con il decreto del Ministero della Salute scompare finalmente il far west delle interpretazioni dei giudici sul così detto uso personale della droga, laddove è stata considerata 'uso personale' anche la quantità di 220 g di cocaina". Lo afferma in una nota Elisabetta Alberti Casellati, sottosegretario alla salute. "La legge sulla droga ha un buon impianto: rigorosa ma non repressiva, attenta al recupero dei tossicodipendenti, che supera la distinzione ipocrita tra droghe pesanti e droghe leggere, fondandosi sul principio che tutte le droghe fanno male alla salute. Il decreto fa giustizia degli allarmismi strumentali lanciati dalla sinistra e si propone come una misura di salvaguardia a difesa delle nuove generazioni e di quanti sono attratti ad ogni livello dalle suggestioni dei paradisi artificiali".
Un provvedimento "gravissimo" perché mette le droghe leggere e quelle pesanti "sullo stesso piano" e perché è meno duro con "le droghe dei ricchi" come la cocaina. Il deputato dei Ds Franco Grillini commenta così. "E' un provvedimento scandaloso anche perché prevede sempre la sanzione amministrativa e criminalizza le droghe leggere prevedendo anche il carcere dai 6 ai 20 anni". E' questa "una misura in netto contrasto con il comune sentire dell'opinione pubblica che invece considera la cannabis un banale euforizzante. E' un'intromissione pesante dello Stato nella vita dei cittadini". A fronte di questo "inasprimento" nei confronti delle droghe leggere "aumentano invece i tetti consentiti per l'uso di sostanze stupefacenti come la cocaina e l'eroina: le droghe dei ricchi". "E' insomma l'ennesimo provvedimento di classe di questo governo...".
I limiti decisi oggi dal governo sull'uso delle sostanze stupefacenti "sono più alti" rispetto a quelli previsti nell'originario ddl Fini, ma il messaggio che arriva da questo provvedimento "é ugualmente devastante" perché mette sullo stesso piano "il farsi una canna con il farsi una pera". Vladimir Luxuria, candidato del Prc a queste politiche, commenta così la decisione del governo di fissare dei tetti per distinguere tra consumo personale e spaccio. "Hanno capito probabilmente che questo eccessivo paternalismo punitivo non gli portava bene anche a fini elettorali. Così hanno alzato i limiti per il consumo delle sostanze stupefacenti ma il messaggio che ne esce fuori è comunque devastante. Farsi una canna o farsi una pera non è la stessa cosa, come ben sanno tecnici ed esperti del settore. Di canne infatti non è mai morto nessuno, mentre di eroina sì". Luxuria trova poi "estremamente grave" il fatto che venga colpito "anche chi coltiva la cannabis e non ne fa uso". "Mi riferisco
cioé a chi fa ricerca medica e studia l'impiego della cannabis contro malattie gravi come tumori e Aids. In particolar modo per quanto riguarda la terapia del dolore". "Si dimentica invece la sproporzione che esiste tra i morti per eroina e i morti per alcol. In più, si mettono in una tabella a parte gli psicofarmaci, forse anche su pressione di alcune case farmaceutiche, considerando questi farmaci sostanze non pericolose". "A questo proposito vorrei denunciare anche il sostanziale via libera che è stato dato, sempre da questo governo, all'uso di psicofarmaci per curare disturbi infantili come l'iperattività. Negli Usa infatti, dove da tempo si usano psicofarmaci in età infantile, la situazione è a dir poco allarmante: negli ultimi anni ci sono stati 187 decessi. Cioé 187 bambini si sono suicidati mentre erano curati con psicofarmaci. L'unica cosa da fare è bocciare questa legge Fini-Giovanardi nei primi 100 giorni del
nuovo governo".
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