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Onnicomporensivo di San Donato

 
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 I lavoratori della scuola dell’omnicomprensivo di San Donato Milanese, Liceo Statale Primo Levi, Istituto Superiore Statale Piero della Francesca, Istituto Tecnico Industriale Statale Enrico Mattei, riuniti in Assemblea Sindacale il giorno 13/11/2012, si mobilitano per lottare contro ogni aumento delle ore di lezione  frontale, contro l’ipotesi di riduzione di un anno alla scuola superiore,  contro il ddl Aprea 2012, contro la politica di tagli ai danni della scuola pubblica, che ha bisogno di molte più risorse, solo che si pensi ai moltissimi edifici scolastici cadenti e non a norma, contro  il blocco del rinnovo del contratto scaduto da molti anni, contro il blocco degli scatti di anzianità e contro l’inutile concorso a cattedre che amplifica anziché risolvere il problema del precariato nella scuola.
Gli insegnanti non lavorano solo 18 ore la settimana. Ad ogni ora di lezione frontale corrisponde un’intensa attività individuale e collegiale. Le ore di lezione frontale sono solo la punta di un iceberg di un lavoro oneroso svolto per preparare le lezioni e le verifiche, correggere gli elaborati, per ricevere i genitori (al mattino e al pomeriggio), per i consigli di classe, per i collegi docenti, per gli scrutini, per aggiornarsi, attività quest’ultima per cui il docente spende anche una parte del proprio reddito per fornirsi degli strumenti necessari (in primis i libri che costano parecchio) alla sua funzione.
L’ampliamento dell’orario di lavoro come la riduzione di un anno della scuola secondaria superiore inoltre porterebbero ad un aumento della disoccupazione espellendo dalla scuola i precari e arrecando un gravissimo danno alla qualità del lavoro di insegnante e della scuola. I nostri alunni non hanno bisogno di meno istruzione e meno formazione, ma di più. Se c’è un gap nelle abilità con gli studenti di alcuni paesi europei, non lo si colma con meno ore a scuola, ma con più risorse e formazione, con una speciale attenzione verso la scuola che i governi italiani da molto tempo non hanno. Nemmeno per il personale A.T.A. (amministrativi, tecnici e ausiliari), sottodimensionato, ma che deve far fronte ad un carico incongruo di lavoro sia al mattino che al pomeriggio.
Non accetteremo mai alcun intervento dall’alto che violi le procedure che regolano il contratto nazionale di lavoro.
Anche se sembra rientrato il disegno di accrescere l’orario di lezione frontale a 24 ore senza riconoscimento economico, che significherebbe nei fatti una riduzione di circa un terzo del salario mensile, la mobilitazione permane perché occorre una svolta radicale nella politica della scuola. Ne va del futuro dell’intero paese. E poiché crediamo che la ricerca continua e ostinata di tagli alla scuola statale, che è garanzia di vera democrazia, e ad altri servizi essenziali, tra cui la sanità, siano una conseguenza della politica di tagli lineari crescenti  imposti a diversi paesi europei da istituzioni sovranazionali, che non fanno che accrescere pesantemente il debito pubblico, far fallire decine di migliaia di imprese, far esplodere la disoccupazione, impoverire sempre più ceti medi e ceti popolari,  che aderiamo alla giornata europea di mobilitazione del 14 novembre e a quella nazionale del 24 novembre.
I lavoratori della scuola dell’omnicomprensivo di San Donato Milanese si riservano di intraprendere nelle prossime settimane ulteriori forme di lotta in coordinamento anche con altre scuole cittadine affinché cambi l’orientamento prevalente che vede nella scuola un inutile onere da ridurre in ogni modo. La scuola è la prima risorsa di un Paese, e perciò merita la massima attenzione e tutti i mezzi necessari.


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