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Collegio Liceo Vico

 
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MOZIONE DEL COLLEGIO DOCENTI
 IN RELAZIONE AL TAGLIO DI 183 MILIONI
PREVISTI PER IL COMPARTO SCUOLA


Il Collegio Docenti del Liceo “G. B. Vico” di Corsico (MI), a seguito dei tagli imminenti al comparto scuola che, a partire dall’ipotesi di un aumento extracontrattuale del carico orario di lezioni da 18 a 24 ore settimanali, andrà ad incidere profondamente sulla qualità del lavoro da svolgersi nella scuola italiana, esprime grave preoccupazione, indignazione e profondo dissenso nei confronti delle scelte politiche del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Profumo e del Governo Monti.
Tali scelte infatti sono caratterizzate unicamente da tagli di risorse e personale fortemente penalizzanti verso la scuola pubblica, attuati in forme diverse e non sempre trasparenti nonché da una progressiva svalutazione della professionalità e della libertà di insegnamento.
Considerato:

che la funzione docente si esplica solo parzialmente nella didattica curricolare in classe, richiedendo oltre lo svolgimento delle 18 di lezione altrettante ore di programmazione, correzione compiti e valutazione che, nel caso proposto dalla legge di stabilità, si moltiplicherebbero per un ovvio aumento del numero di classi assegnate ad ogni docente.
che a queste ore di lavoro vanno aggiunte tutte le attività dovute come consigli di classe, scrutini,  collegi docenti e consigli di materia e tutte le attività extracurriculari di sostegno alla didattica e alle funzioni organizzative della scuola.
 che tali attività extra non troverebbero più spazi né tempi per essere effettuate e coordinate a meno che non si chieda ai docenti di lavorare oltre le 48 ore settimanali o alle famiglie e alla scuola pubblica stessa di rinunciare al ricevimento parenti, ai coordinamenti di classe, ai consigli di istituto, agli sportelli, ai corsi di recupero, ai progetti, alle varie commissioni, alle funzioni obiettivo, alle uscite didattiche, ai viaggi di istruzione, agli stage formativi, ai convegni con esperti, all’orientamento, alle iniziative culturali promosse da e per il territorio, all’innovazione di strumenti e metodologie della didattica, all’aggiornamento dell’informazione sui siti web, alla promozione dell’offerta formativa, ecc.
 I docenti dichiarano non condivisibile qualsiasi intervento diretto o indiretto di riforma strutturale della scuola all’interno di una legge finanziaria che non ne ha il compito né la competenza. Non si tratta, infatti, soltanto di un ennesimo attacco al salario, fra l’altro bloccato da anni per il mancato rinnovo del contratto e il congelamento degli scatti di anzianità, ma anche di un peggioramento senza precedenti delle condizioni di lavoro degli insegnanti e della qualità del loro servizio.

Le conseguenze di questa proposta, in termini di costi umani, sarebbero devastanti. L’effetto immediato di tale disposizione sarebbe la cancellazione degli spezzoni orari, delle supplenze temporanee e dei corsi di recupero assorbiti dal nuovo regime orario.
Il saldo in termini di perdita di posti sarebbe poco meno di 25.000 cattedre per i posti comuni e di 4.000 per i posti di sostegno agli alunni con disabilità; in termini economici significherebbe un intervento di oltre un miliardo a carico del comparto scuola. A regime, tale disposizione determinerebbe una riduzione di risorse ben più devastante.
Inoltre approvare un cambiamento così radicale del rapporto di lavoro senza passare attraverso la trattativa con le rappresentanze sindacali dei Lavoratori comporta una concezione antidemocratica e antisindacale dei rapporti sociali espressione di una cultura politica estranea ai principi della Costituzione italiana.

L’alternativa proposta all’aumento delle ore di lezione è altrettanto grave e rientra nella stessa logica: una considerevole decurtazione del FIS (Fondo di Istituto) e del MOF (Miglioramento Offerta Formativa) che comporterà una drastica riduzione del Piano dell’Offerta Formativa di ogni istituzione scolastica.

Considerata la gravità dell’attacco alla professionalità dei Docenti, alle loro condizioni di lavoro e alla Scuola Pubblica Statale nel suo complesso, gli insegnanti del Liceo Vico decidono pertanto di deliberare al Collegio Docenti del 20 novembre 2012:
La sospensione dell’ora settimanale di ricevimento parenti
Il blocco delle uscite didattiche fuori dell’orario di lezione e dei viaggi di istruzione

Durante lo stesso Collegio vengono proposte anche le seguenti iniziative, votate dall’Assemblea Sindacale del 19/11/2012, a cui ogni insegnante potrà scegliere di aderire:
Dimissioni dagli incarichi di coordinamenti di classe, di materia e di responsabili di laboratorio;
Revoca dell’adesione alle supplenze a pagamento
Rifiuto di correzione delle prove INVALSI, garantendo la sola somministrazione

Inoltre i docenti del Vico, che credono ancora nel ruolo educativo e formativo della scuola, propongono un’assemblea in orario scolastico con tutti gli studenti della Scuola e successivamente un’assemblea serale aperta ai genitori, per:
 informare sulle ricadute negative di questa politica lesiva di diritti fondamentali come quelli allo Studio e al Lavoro e mortificante nei confronti di un Paese che vuole veramente puntare allo sviluppo sociale ed economico
riflettere e confrontarsi su quale sia oggi il ruolo della scuola; cosa significhi oggi imparare e insegnare pensando al bene dei giovani e al futuro della società; cosa significhi dignità e professionalità dell’insegnamento.

I DOCENTI DEL VICO
 


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