Il libro di Jimmy Carter è stato pubblicato in inglese nel novembre del 2006 con un notevole successo mediatico. Per molte affermazioni contenute nelle pagine che accusano Israele di applicare un regime di apartheid nei confronti dei palestinesi, si sono levate contro-accuse di antisemitismo, soprattutto dove Carter parla con insistenza di lobbies ebraiche che condizionano la politica estera statunitense (come se non esistessero lobbies di altri gruppi, arabi, che possano a loro volta "condizionare" il governo USA). Per difendere il libro dalle critiche, Carter ha reiterato la sua opinione sulla lobby ebraica. Carter non è mai stato, neppure come presidente degli USA, un sostenitore dello Stato d'Israele.
AD
Tratto da www.israele.net
http://www.israele.net/articles.php?id=1598
23-02-2007
Difendere lindifendibile
Da un articolo di Tamar Sternthal
Difendere il recente libro dellex presidente Usa Jimmy Carter Palestine: Peace, Not Apartheid significa difendere lindifendibile.
Reagendo al diluvio di critiche piovute sul suo libro, comprese quelle del suo ex consigliere Kenneth Stein e dellex negoziatore dellamministrazione Clinton Dennis Ross, Carter ha dichiarato al Washington Post che la maggior parte dei critici non ha seriamente contestato i fatti e non li ha nemmeno menzionati. Altrove ha affermato che il libro è ineccepibile.
Purtroppo la difesa di Carter del suo libro è arbitraria quanto il libro stesso. In realtà, sono molti i punti in cui i critici come Stein, Ross e CAMERA (Committee for Accuracy in Middle East Reporting in America) hanno seriamente contestato i fatti riportati nel libro dellex presidente.
Solo a titolo di esempio, è falsa laffermazione del libro di Carter secondo cui le linee di demarcazione dellarmistizio del 1949 sono diventate i confini della nuova nazione israeliana e vennero accettatte da Israele e dagli Stati Uniti, e ufficialmente riconosciute dalle Nazioni Unite. È noto, invece, che gli unici confini internazionali di Israele sono quelli con la Giordania, con lEgitto e con il Libano, mentre le linee armistiziali del 1949 che separavano la Cisgiordania da Israele non sono mai diventati confini permanenti, riconosciuti da Israele, dagli Stati Uniti o dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite [né dagli stessi stati arabi, che insistettero affinché negli armistizi fosse esplicitamente scritto che le Linee di Demarcazione non sono in alcun modo concepite come frontiera politica o territoriale e non pregiudicano i diritti, le rivendicazioni e le posizioni delle parti circa la composizione finale della
questione palestinese].
Carter sostiene inoltre che gli israeliani non hanno mai riconosciuto ai palestinesi una qualunque autonomia significativa. È noto invece che, con la creazione dellAutorità Palestinese nel 1993-94, i palestinesi ottennero una autonomia significativa grazie alla quale per la prima volta nella loro storia iniziarono ad assumere il controllo di istituzioni politiche, civili, di sicurezza, sanitarie, scolastiche e delle comunicazioni. Israele ha ceduto al loro controllo non meno del 40% della Cisgiordania e successivamente la totalità della striscia di Gaza.
Similmente è stata segnalata come semplicemente falsa laffermazione del libro di Carter secondo cui i governi israeliani avrebbero edificato la barriera e il muro interamente allinterno del territorio palestinese. Cifre e mappe delle Nazioni Unite confermano che la barriera per il 45% segue esattamente le linea armistiziale del 1949, che non è definibile territorio palestinese. Di più: in alcuni punti, come nei pressi di Tulkarem e al-Mughayyir al-Mutilla, la barriera vira addirittura in territorio israeliano.
Una falsità può essere difesa solo con altre falsità. Non fa eccezione leditoriale pubblicato lo scorso 31 dicembre su YnetNews dalla politica israeliana Shulamit Aloni, nel quale si asserisce che lattacco da parte dellestablishment ebraico americano contro Jimmy Carter è dovuto al fatto che questi ha osato dire la verità: che Israele pratica una brutale forma di apartheid nei territori occupati. Per sostenere questa accusa, la Aloni fa due affermazioni nettamente false.
Innanzitutto afferma ripetutamente che in Cisgiordania esisterebbero strade per soli ebrei. È vero che esistono strade interdette alla popolazione palestinese, ma non esiste nessuna strada per soli ebrei. Tutti gli arabi israeliani, e i cittadini israeliani di qualunque fede o etnia, hanno esattamente lo stesso diritto dei cittadini ebrei di percorrere queste strade a uso limitato per ovvie ragioni di sicurezza. Tanto è vero che gli arabi israeliani usano frequentemente le bypass roads sia per lavoro che per altri motivi. E benché si tratti di strade più sicure delle altre, si sa di almeno un arabo israeliano, Wael Ghanem, che venne ucciso su una di queste strade in unimboscata di terroristi palestinesi (convinti, loro sì secondo una logica razzista, di colpire un ebreo). Anche un monaco greco ortodosso, Georgios Tsibouktzakis, venne ucciso da terroristi palestinesi su una di queste strade che essi evidentemente
credevano come la Aloni riservate a soli ebrei. Più di recente, l11 giugno 2006, un arabo di Gerusalemme est, Marwan Abed Shweika, è stato ucciso sulla superstrada 443 che è per lo più interdetta ai palestinesi dei territori, ma accessibile ai palestinesi israeliani e altri cittadini non ebrei.
La falsità delle strade per soli ebrei sta alla base (sin dal titolo del pezzo This Road is for Jews Only) della falsa e diffamatoria accusa mossa dalla Aloni a Israele dessere colpevole di una separazione razziale in stile apartheid sudafricano. Casomai il vero razzismo, come si è visto, sta in coloro che come la Aloni si dimenticano di quel 20% di popolazione israeliana non ebraica che usa regolarmente quelle strade.
La seconda falsa accusa mossa dalla Aloni e che ogni città e villaggio palestinese è stato trasformato in un centro di detenzione, con la chiusura di ogni via di uscita ed entrata, tagliati fuori dalle grande arterie del traffico. Si tratta di unaffermazione che rasenta lassurdo. Sebbene in tutta la Cisgiordania vi siano certamente numerosi posti di blocco e altri ostacoli, è del tutto falso affermare che sia bloccata ogni entrata e uscita di ogni città e villaggio palestinese. Chiunque viaggi anche solo un poco in Cisgiordania lo può vedere coi propri occhi.
(Da: YnetNews, 19.02.07)
|